Omelia (11-05-2024) |
Missionari della Via |
Gesù ci rassicura dicendoci che Dio non è lontano da noi, non è disinteressato a noi. Il suo desiderio è che la nostra gioia sia piena, perciò ci consegna una chiave preziosa: chiedere nel suo nome. Noi possiamo chiedere e ottenere, perché chiediamo al Padre uniti a Gesù, chiediamo al Padre qualcosa che è secondo il cuore di Gesù, che è il nostro vero bene. Inoltre, Gesù ci rivolge parole tenerissime: «Il Padre stesso, infatti, vi ama». Se qualche volta ci sentiamo soli o siamo nati da relazioni rubate o inconsistenti, se la nostra storia o gli altri ci gridano alle orecchie che non valiamo niente, Gesù ci sussurra il suo amore. Spesso dimentichiamo di essere capaci di Dio; perciò ci rapportiamo più banalmente con tante altre cose, dimenticando di avere una porta di accesso alla divinità. Quanto poco ci fermiamo a meditare e a connetterci con Dio; preferiamo sfondarci i timpani a suon di parole, suoni e rumori assordanti che ci illudono di riempiere quel vuoto che abbiamo dentro, mentre questo scava sempre più in profondità il suo abisso. E poi un giorno qualcuno ci dirà quello che dissero a madre Teresa: "Ci sono tanti problemi nella società, come possiamo fare?". Chissà se noi risponderemo come fece lei con la sua lungimiranza: "Gli unici problemi siamo io e te!". Troviamo la pace in noi stessi e troveremo la pace dappertutto, saremo così prolunghe del messaggio di amore di Cristo e ottimisti dispensatori di gioie vere e durature. Cominciamo da noi e diciamoci: oggi (non domani), cosa posso fare io per il mondo? «Quando l'uomo ha trovato la pace in se stesso, può mettersi a cercarla nel mondo intero» (Martin Buber). PER RIFLETTERE... Nel 1979 Madre Teresa ricevette il Premio Nobel per la Pace: lo accolse meravigliandosi e restando quietamente piccola nelle mani di Dio. Andò a ritirare il premio con la corona del santo rosario stretta tra le grosse mani abituate alla fatica del lavoro e alla dolcezza della carezza: nessuno osò rimproverarla per il suo affetto verso la Madonna, neppure in una terra rigidamente luterana! Tornando da Oslo, madre Teresa fece tappa a Roma. Vari giornalisti si accalcarono nel cortile esterno della povera dimora delle Missionarie della Carità sul monte Celio. Madre Teresa non si sottrasse ai giornalisti, ma li accolse come figli, mettendo nella mano di ciascuno una piccola medaglia dell'Immacolata. I giornalisti furono generosi in foto e in domande. Una domanda fu un po' birichina: «Madre, lei ha settant'anni! Quando lei morirà il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica?». Madre Teresa avrebbe potuto reagire con un po' di santo sdegno e invece fece un sorriso luminoso, come se le avessero dato un bacio affettuosissimo. E disse: «Vede, io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita nella quale potesse riflettersi l'amore di Dio. Le pare poco?». Il giornalista non riuscì a rispondere, mentre intorno alla madre si era creato il silenzio dell'ascolto e della emozione. Madre Teresa riprese la parola e chiese al giornalista «sfacciatello»: «Cerchi di essere anche lei una goccia di acqua pulita e così saremo in due. E' sposato?». «Sì, madre». «Lo dica anche a sua moglie e così saremo in tre. Ha dei figli?». «Tre figli, madre». «Lo dica anche ai suoi figli e così saremo in sei...». |