Omelia (12-05-2024) |
Missionari della Via |
Commento su Marco 16,15-20 La solennità dell'Ascensione di Gesù al cielo non significa il "grande arrivederci e grazie" del Signore! Egli, asceso al cielo, nella gloria del Padre, continua a rendersi presente tra noi, operando mediante la sua Chiesa. «In che modo si realizza questa presenza? Mediante il suo Spirito, che conduce la Chiesa a camminare nella storia come compagna di strada di ogni uomo. Quello Spirito che, inviato da Cristo e dal Padre, opera la remissione dei peccati e santifica tutti coloro che, pentiti, si aprono con fiducia al suo dono [...] Gesù è presente nel mondo ma con un altro stile, lo stile del Risorto, cioè una presenza che si rivela nella Parola, nei Sacramenti, nell'azione costante e interiore dello Spirito Santo» (Papa Francesco). Il Vangelo di oggi evidenzia il "mandato accompagnato" di Gesù. Anzitutto il Signore invia i suoi discepoli - ovvero ciascuno di noi -ad annunciare il Vangelo. È un compito importante, decisivo, vitale: «chi crederà e sarà battezzato sarà salvato» dice Gesù. Non siamo chiamati ad annunciare una cosa da poco: se già nel quotidiano, quando troviamo un bravo medico o una cura efficace lo condividiamo prontamente, quanto più dovremmo farlo con la salvezza! Come ha ricordato San Paolo: "Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato". Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predica? E come predicheranno, se non sono mandati? [...] La fede dunque viene dall'udire, e l'udire viene dalla parola di Dio». Sì, la fede dipende dall'annuncio, dunque non possiamo tacere. Solo Dio salva ma per essere conosciuto vuol servirsi di me, di te, di ogni credente. In quanto Chiesa, siamo noi "le sue prolunghe" nel mondo, i suoi portavoce, i suoi testimoni. Questo non significa "fare una testa così alla gente" ma, quando opportuno, dare la nostra testimonianza, dire ciò che il Signore ha fatto nella nostra vita; ricordare quanto sia importante affidarsi a Lui; invitare a (ri)scoprire la preghiera per pacificare il cuore; invitare all'incontro con Gesù risorto nella Messa... Tanto più sarà forte la nostra unione con Dio, tanto più stiamo facendo esperienza di Lui, tanto più parleremo efficacemente, forti di un'esperienza viva. Sì, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore! Non solo: allargando la prospettiva, "facciamo passare Dio" anche attraverso parole positive, che profumano d'amore. Chiacchiere e cattiverie in giro ce ne sono già troppe. Noi siamo chiamati a far passare la sua luce mediante parole benedicenti, incoraggianti, giustificanti... Chiediamoci seriamente: chi mi incontra, cosa ascolta? Le mie parole sono luce o tenebra? Chi mi ascolta, capisce che sta incontrando un figlio di Dio? Una figlia di Dio? E in tutto ciò non siamo soli. Il Signore opera con noi e attraverso di noi. Noi possiamo toccare i timpani, ma è il Signore che tocca i cuori, che illumina la mente di chi ci ascolta, che tocca i cuori attraverso i nostri gesti d'amore. Al contempo, è Lui che ci rende capaci di attraversare difficoltà, di sostenere prove difficili per amore suo ed è Lui che è capace di smuovere i cuori induriti! Questo è consolante: non siamo soli. Il Signore non ci dice: quella è la bici, pedala! No, ci dice: vieni, andiamo insieme, operiamo insieme! Voglio che tu sia protagonista, con me, della crescita e della salvezza di tanti. Sì, l'evangelizzazione è un'opera "sinergica": Dio opera con noi e attraverso di noi. Che meraviglia! Se le cose stanno così, non possiamo che chiedere la grazia di essere suoi docili strumenti, perché tanti, attraverso di noi, possano incontrare Lui e accogliere la sua salvezza! «La festa dell'Ascensione ci dice che Gesù, pur essendo salito al Cielo per dimorare glorioso alla destra del Padre, è ancora e sempre tra noi: da qui derivano la nostra forza, la nostra perseveranza e la nostra gioia, proprio dalla presenza di Gesù tra noi con la forza dello Spirito Santo» (Papa Francesco). Infine, preghiamo insieme con le bellissime parole di S. Madre Teresa di Calcutta: Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen |