Omelia (02-02-2006)
mons. Vincenzo Paglia


L'evangelista, nei primi due capitoli del suo Vangelo (queste pagine, proprie di Luca, chiamate "Vangelo dell'infanzia", hanno nutrito la liturgia del Natale e l'arte cristiana di tutti i tempi), ci fa incontrare ben quattro figure di anziani: all'inizio Zaccaria ed Elisabetta, ed ora Simeone ed Anna. Ebbene, tutti e quattro svolgono un ruolo importante; esattamente il contrario di quel che la nostra società riconosce agli anziani, buoni solo ad essere accantonati e, semmai, compatiti. In ogni caso non certo degni di attenzione e di rispetto. L'anziano Simeone accoglie tra le sue braccia il bambino appena nato, vorrei dire a nome di tutti gli anziani. Sì, il Signore mette tra le braccia degli anziani il bambino Gesù perché mentre sono al termine della vita siano confortati. E Simeone, consolato dalla presenza di Gesù, lascia ai credenti di tutti i tempi uno degli inni di lode a Dio più belli. Anna, con i suoi 84 anni, diviene la prima predicatrice del Vangelo. Anche da vecchi si può incontrare il Signore e ricevere da questo incontro una nuova amicizia e un nuovo vigore, una vita che può essere più intensa e più importante di quella già vissuta.