Omelia (12-05-2024) |
padre Antonio Rungi |
Il coraggio dell'annuncio e della missione di tutti i battezzati Oggi celebriamo l'Ascensione di nostro Signore al cielo. Sono esattamente quaranta giorni dalla Pasqua del Signore e in questi quaranta giorni abbiamo ascoltato tante volte che Gesù apparve agli apostoli e diede una serie di indicazioni di comportamenti da assumere e soprattutto di impegni da espletare a livello personale ed ecclesiale. Il testo del Vangelo di questa solennità dell'Ascensione al cielo del Signore inizia con questa espressione: "In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura". Quindi primo mandato missionario che Gesù affida agli apostoli è quello di andare in tutto il mondo e non a limitarsi a un posto particolare, ma andare in ogni angolo della terra per portare l'annuncio della speranza, della gioia, della salvezza e di predicare il Vangelo. Quali gli impegni che devono assumere coloro che riceveranno l'annuncio del Vangelo, quale risposta devono dare? Lo dice esattamente subito dopo Gesù: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo. Ma chi non crederà sarà condannato". Alla base della evangelizzazione, c'è la fede e il battesimo. Il nostro battesimo immerge nel mistero della morte risurrezione del Signore e della sua gloriosa ascensione al cielo; per cui tutti coloro che vogliono fare un cammino vicino al Signore devono accettare di fare questo bagno di rigenerazione e quindi di immergersi in questo mistero della morte e risurrezione. Sappiamo benissimo che cosa produce nella persona umana il battesimo. Estingue il peccato originale e ci mette nella condizione di operare nella grazia di Dio, quella grazia santificante che dischiude le porte del cielo. Si tratta di benefici spirituali ma anche materiali. Il vangelo di Marco ci ricorda che i segni che accompagneranno quelli che credono nel nome del Signore sono la liberazione possessione diabolica, modi parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e se berranno qualche veleno non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Quindi una serie di benefici spirituali e materiali, soprattutto per coloro che sono nelle condizioni della malattia e della sofferenza. Portare questi benefici della salvezza ad ogni creatura della terra sarà compito di ogni apostolo e discepolo del Signore. A conclusione di questo monologo di Gesù, davanti ai suoi discepoli fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Di conseguenza possiamo ben dire che il Vangelo ci attesta questa ascensione del Signore al cielo. Come era disceso dal cielo, Gesù ritorna per sua potenza al cielo alla destra di Dio Padre è lì attente l'umanità intera. Gesù è stato il primo che con la sua carne è entrato in cielo: la natura umana è stata elevata all'eternità. Quindi anche noi stiamo in questo cammino di salvezza una volta ricevuto il mandato battesimale. Gli apostoli non è che si mettono a ragionare e a riflettere dicendo che cosa facciamo. ora che il Signore non c'è, come ci organizziamo. Non dice niente di tutto questo. Il Vangelo precisa un aspetto fondamentale che è opportuno ricordare: tutti quanti i cristiani in base al battesimo sono impegnati nella evangelizzazione. Tutti dobbiamo annunciare il Vangelo, tutti siamo profeti. Ciò non significa anticipare il futuro o leggere le mani a qualcuno, facendo i magi o presunti veggenti, fare altre previsioni di ogni genere che non si possono conoscere in anticipo, in quanto il futuro è solo nelle mani di Dio. Il vangelo dell'ascensione si conclude con la bellissima immagine degli apostoli in cammino. Infatti essi partirono e predicarono dappertutto. Quindi non è che si fermavano in un solo luogo, ma incominciarono a espandere la parola di Dio e far conoscere Cristo al mondo intero, proponendo la via della salvezza ad ogni persona che incontrarono dappertutto. Esempio per noi cristiani e battezzati di oggi di riscoprire il coraggio della missione e dell'annuncio. annuncio di vita e non di morte, di accoglienza della vita. E nel giorno della festa della mamma si fa più urgente questo annuncio di accogliere la vita nascente e di difendere la vita che volge al termine terreno, ma non eterno. |