Omelia (21-05-2024) |
don Michele Cerutti |
Preziosi agli occhi di Dio Mi rendo sempre più conto che abbiamo bisogno di rimetterci sui banchi di scuola non per apprendere nozioni intellettuali, ma molto pratiche come quelle che oggi Gesù ci consegna attraverso gli apostoli. Quanto male fa il protagonismo nella Chiesa ad ogni livello e quando penso alla realtà ecclesiale non mi riferisco solo alle gerarchie, ma penso che questo errore sia diffuso anche alla base. Pensate quante volte capita in alcune realtà che chi ha un ruolo anche di servizio in parrocchia lo utilizzi questo compito per ergersi nei confronti dei fratelli. Questo di cercare posti di prestigio è il grande cancro che attraversa il popolo di Dio e che tanto male fa alla Chiesa. Di contro lo stile di Gesù è l'opposto. La Scrittura afferma oggi che ritornato in Galilea il Maestro non vuole essere riconosciuto, perché non vuole che i suoi conterranei, forti delle notizie che saranno giunte dai territori vicini, lo cerchino per farlo Re oppure per vendere miracoli a basso costo. I discepoli stanchi del camminare e degli sforzi fatti vogliono un contraccambio di potere in quel Regno di cui sentono parlare. Nei passi paralleli dei Vangeli sinottici abbiamo la sfrontatezza dei due discepoli Boanerghes di chiedere un posto a destra e uno a sinistra. Ma certamente essi rappresentano tutti quanti. Marco infatti mette in evidenza come l'idea serpeggiasse nella Compagnia e sappiamo come il suo Vangelo è la raccolta di quanto dice Pietro a Roma. Quindi lo stesso principe degli Apostoli presenta la realtà nella sua completezza. Gesù invita i discepoli e quindi noi tutti ad avere quell'atteggiamento tipico del bambino, che non vuol dire infantilismo, ma che significa spontaneità nel vivere la realtà che lo porta a conoscere sempre delle novità e a non costruirsi un qualcosa per il proprio tornaconto personale. Un bel esame di coscienza oggi ci viene affidato come compito perché siamo chiamati a essere coraggiosi nel rispondere a Dio non per occupare posti di prestigio agli occhi degli uomini, ma per essere preziosi ai suoi occhi. |