Omelia (13-05-2024) |
Missionari della Via |
I discepoli pensano di aver capito tutto e Gesù li mette in guardia: altro è pensare di aver capito, altro è seguirlo. D'altronde, anche nella vita di ogni giorno: una cosa è sapere che possono arrivare delle difficoltà, altro è viverle; una cosa è parlare di una malattia, altro è affrontarla;: una cosa è sentir parlare di persecuzioni, altro è sperimentarle. È certamente bene capire meglio le cose, formarsi, studiare, accrescere il proprio sapere. Quanti errori si eviterebbero con un po' di formazione umana e spirituale in più. Basti pensare all'ambito educativo: basterebbero alcuni incontri di pedagogia per crescere un po' meglio i figli. Il sapere non è tutto. C'è un vissuto da affrontare, scelte da prendere, tribolazioni da attraversare, sofferenze da sopportare. E lì il sapere non basta, ci vuole l'umile affidamento al Signore, chiedendo a Lui la grazia. Lui ci salva non dalla tribolazione ma nella tribolazione. Lui, vincitore del peccato e della mentalità del mondo. Gesù stesso non è entrato nella passione da supereroe, ma da Figlio, totalmente affidato e poggiato sul Padre. Sì, Gesù ha trovato nel Padre la forza per donarsi sino alla fine e ci consegna il segreto per fare altrettanto. Amare, essere fedeli, perdonare, attraversare ingiustizie e offese, perdonare sempre e comunque, sono tutte cose che superano le nostre deboli forze. Ciò che conta non è essere orgogliosamente più forti ma essere alleati con il forte, certi che, come ha detto san Paolo: «Tutto posso in Colui che mi dà forza» (Fil 4,13). |