Omelia (02-02-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno I miei occhi han visto la tua salvezza [...] LUCE per illuminare le genti. Come vivere questa Parola? Queste parole noi le cogliamo sulla bocca di Simeone "uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele". E qual è questo conforto, concretamente? È la salvezza, dirà subito dopo. E questa salvezza è il bambino che Maria e Giuseppe hanno presentato a Dio al tempio di Gerusalemme per adempiere alla legge di Mosè. E così, misteriosamente, dentro una trama di circostanze e di segni, questo bambino, fragile come tutti i "piccoli d'uomo", si rivela come luce. Attenzione! Il testo non dice: "Per illuminare Israele", ma amplia molto di più il discorso e l'orizzonte della salvezza. Perché il testo dice: "per illuminare le genti". Il che significa tutti gli uomini: di ogni tempo, etnia e cultura. Tutti. Nessuno escluso. E Gesù, ora lo comprendiamo meglio, è presentato al Padre per essere consumato nel fuoco dell'offerta, per essere luce nel suo sacrificio di croce. È dentro questa prospettiva che tutta la vita di Gesù, che ogni sua Parola, che tutto quello che si riferisce alla sua persona è LUCE. E quell'andare processionalmente all'altare con la candela accesa, che è tipico della liturgia di questo giorno, esprime un'altra verità consolante e impegnativa. Sì, Gesù ha affermato: "Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre". Ma ha pure detto: "Voi siete la luce del mondo". La vocazione del cristiano (religioso, sposato o celibe) è la chiamata a illuminare "in Gesù sole di giustizia" quanti stanno nelle tenebre. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò allo Spirito Santo che spalanchi tutto il mio cuore alla persona di Cristo Gesù, a tutto il suo essere e pensare e amare e agire. Che io non abbia paura di essere per davvero afferrato da te, Signore! La cera, se si consuma, dà luce. Consuma in me quello che non è da te e per te, perché in umiltà di cuore io possa essere irradiazione della tua luce, oggi. La voce di un Dottore della Chiesa Se il lievito mescolato alla farina non fa lievitare tutta la pasta, è forse lievito? E se il profumo non avvolge del suo soave odore tutti quelli che si avvicinano, lo chiameremo ancora profumo? Sarebbe più facile per la luce essere tenebra, che per un cristiano non diffondere luce attorno a sé. Non dire: è impossibile. È il contrario che è impossibile. Non fare violenza a Dio. Giovanni Crisostomo |