Omelia (10-02-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù continua a comunicare il Vangelo in territorio pagano. Ed anche qui accadono scene analoghe a quelle che si vedevano in Galilea. Il Vangelo, in effetti, si può (si deve) annunciare ovunque. Potremmo dire, anzi, che è atteso da tutti i popoli, da tutte le culture, da tutti gli uomini. Il passaggio di Gesù continua a creare anche in territorio pagano quel clima nuovo di festa e di speranza, sperimentato soprattutto dai malati e dai poveri, come avveniva nella Galilea. Alcuni pagani, ai quali era giunta la fama di guaritore del giovane profeta, portano davanti a Gesù un uomo sordomuto. Gesù lo prende con sé e lo porta in disparte, lontano dalla folla. Il Vangelo continua a sottolineare che la guarigione, qualunque essa sia, nel corpo o nel cuore, avviene sempre in un rapporto diretto con Gesù, non nella confusione del mondo. C'è bisogno di un rapporto personale con lui, di vederlo negli occhi, di sentire la sua parola, anche una sola parola (il centurione chiese a Gesù: "di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito"). Anche in questo caso Gesù, dopo aver rivolto al cielo i suoi occhi, dice solo una parola a quel sordomuto: "Apriti!" ed egli guarisce dalla sua chiusura. |