Omelia (25-04-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Commento su Marco 16,15-20 L'evangelista fa notare che Gesù sale al cielo solo dopo aver parlato ai discepoli, solo cioè dopo che essi hanno ricevuto il Vangelo, la sua Parola. Ad essi è stata affidata: debbono custodirla, meditarla, annunciarla a tutti. Gesù li accompagnerà dal cielo ove sta seduto alla destra di Dio. Non si tratta di un allontanamento. Il cielo è il luogo della potenza di Dio, è la fonte della forza dei discepoli. E il cielo è anche la meta che il Signore ha posto davanti ai loro occhi. Ancora una volta Gesù si pone avanti al suo popolo e lo guida. E i discepoli, dietro di lui e con la sua forza, ripartono dalla Galilea per dirigersi verso il mondo intero, annunciando il Vangelo e guarendo ogni malattia e infermità. Il Vangelo, con i discepoli che continuano ad ascoltarlo, riprende il suo cammino nelle vie degli uomini. Gregorio Magno diceva che la Scrittura cresce con colui che la legge. Il Vangelo è vivo ogni volta che lo apriamo e cerchiamo di metterlo in pratica. |