Omelia (16-02-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
"Chi è Gesù?". Questa domanda, nel Vangelo di Marco, occupa persino il centro fisico della narrazione, tanto è determinante. Potremmo dire che è una domanda centrale. Ed è centrale anche oggi, all'inizio di questo terzo millennio. E' necessario che la nostra generazione ascolti ancora una volta la domanda che Gesù fece ai Dodici: "Voi, chi dite che io sia?" Gesù sta ancora in Galilea e l'evangelista suggerisce che di qui inizia il viaggio di Gesù verso Gerusalemme. L'affermazione di fede di Pietro, a nome di tutti, appare chiara: "Tu sei il Cristo!" che significa il Messia, cioè il consacrato da Dio. E ha fatto bene Pietro a confessare la sua fede. E' il modo giusto per iniziare quel viaggio, per iniziare questo nuovo secolo. Ma è una fede ancora fragile, bisognosa di essere nutrita dal Vangelo. Gesù, infatti, è costretto a sconfessarlo duramente, subito dopo. Di fronte alla profezia della passione, ossia di un regno che avrebbe comportato anche la morte, Pietro fa ostruzione. Colpito dalla necessità della passione, non ascolta neppure l'annuncio della risurrezione, pur presente nelle parole del Maestro. Gesù, con asprezza inaudita lo paragona al principe del male: "Lungi da me, satana! Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". |