Omelia (02-06-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mt 14, 12-16.22-26 Gesù chiede: «Dov'è la mia stanza?». Nella domanda che il Maestro rivolge ai discepoli è implicito che egli abbia riservato un luogo fisico in cui consumare l'ultima cena con i suoi amici. Ma c'è un luogo in cui il Signore, al di fuori del frastuono delle strade e delle piazze, desidera sostare per nutrire la vita di coloro che lo seguono. Un luogo che non può essere identificato semplicemente con una chiesa o un tabernacolo. Questo è il rischio che si corre nel restringere la presenza reale del Signore solo al contesto liturgico-sacramentale. Certo, l'Eucaristia celebrata e adorata è la fonte e il culmine della vita cristiana, come ci ricorda il Concilio, ma deve necessariamente prolungarsi nell'esistenza personale del discepolo, al punto da rendere eucaristica la sua stessa vita. Il luogo, la stanza, in cui il nostro Signore e Maestro vuole ripetere le parole e i gesti dell'ultima cena è, quindi, la nostra stessa vita.
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