Omelia (15-05-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 17,11b-19 "Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno" dice Gesù. Esattamente come un buon educatore sa che educare non significa evitare i problemi a chi si educa, ma significa farli sentire capaci di poterli affrontare. Forse tutto il messaggio del vangelo è racchiuso in questa consapevolezza. Per quanto noi possiamo avere a che fare con prove e situazioni difficili, Gesù non è venuto per liberarci da esse ma per ricordarci che esse non avranno mai l'ultima parola su di noi e che in noi è presente un potenziale che ci rende capaci di andare anche contro corrente. "Consacrali nella verità. La tua parola è verità": ci fa vivere l'esperienza di sentirci sicuri perché amati, perché di qualcuno, che pur di difenderti sarebbe disposto a morire per te. Noi siamo al sicuro perché Cisto ci ama così. Fa emergere dentro di noi quel potenziale nascosto perché ci mette al sicuro nel Suo amore. Quando ci accostiamo ai sacramenti fondamentalmente ci accostiamo a quell'abbraccio che ci fa stare sicuri. Attraverso di essi troviamo in noi forze nascoste. Non sono miracoli del cielo, ma miracoli che abbiamo dentro e che non sappiamo finché non li tiriamo fuori. Giovanni ci dice che essere consacrati nella Verità significa essere consacrati dalla Sua Parola. Noi siamo pieni di parole nostre, di ragionamenti nostri, di propositi nostri. Confondiamo Dio con i ragionamenti su di Lui. Un cristiano che funziona è un cristiano che ritorna alla Parola di Dio. Prova nostalgia di questa Parola. La legge. La medita. Cerca di viverla. La frequenta. Torniamo alla Parola di Dio e la Verità sarà in noi.
|