Commento su Mc 9,38-40
Nel testo di oggi Giovanni rappresenta colui o coloro che possono avere un atteggiamento di esclusione. Quanto è difficile accettare che alcuni che "non sono dei nostri", hanno doni e carisma, scacciano i demoni nel nome di Gesù, nemmeno nel proprio nome, e noi vogliamo impedirlo.
Certi privilegi sono per certe persone, per certe elite, però Gesù ci invita ad avere un atteggiamento inclusivo.
Quanto bene ci farebbe questo criterio di Gesù, è una cosa molto importante, non si possono fare miracoli in suo nome e poi parlare male di lui, è una questione di coerenza. D'altronde chi sono io, chi sei tu, per decidere chi può entrare e chi deve uscire?
Oggi dobbiamo cercare ciò che ci unisce e non ciò che ci separa, i pregiudizi non possono impedire agli altri di fare il bene, di agire nel nome di Gesù.
In questo mondo dove le persone sono escluse per tanti motivi assurdi, aiutami Signore ad avere il cuore aperto verso tutti, l'unico criterio che mi muova sia quello della misericordia, Tu che non hai rifiutato nessuno, insegnami ad accogliere tutti, non scandalizzarsi perché non la pensano come me. Rendimi uno strumento di unità. Amen
La voce di un Papa.
"Così credeva nell'unità della Chiesa Papa Giovanni XXIII e così egli guardava all'unità di tutti i cristiani. Riferendosi agli altri cristiani, alla grande famiglia cristiana, egli constatava: "È molto più forte quanto ci unisce di quanto ci divide". Ed il Concilio Vaticano II, da parte sua, esorta: "Si ricordino tutti i fedeli che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica l'unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita conforme al Vangelo. Pertanto con quanta più stretta comunione saranno uniti col Padre, col Verbo e con lo Spirito Santo, con tanta più intima e facile azione potranno accrescere la mutua fraternità" (Lettera Enciclica Ut Unum Sint, del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II Sull'impegno Ecumenico, No 20 {...}.41)
Sr Teresita Verhelst Solano FMA - tereverso2017@gmail.com
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