Omelia (09-06-2024)
Paolo De Martino
Nemici inaspettati

Marco, dopo aver delineato lo stile di vita di Gesù con una giornata tipo (Mc 1,20-45) e aver delineato i diversi schieramenti di fronte al Maestro, attraverso cinque dispute, mostrano il modo diverso di scribi e farisei, nel pensare la vita, il perdono, la legge, il sabato rispetto a Gesù. Gesù è già stato dichiarato pubblicamente e autorevolmente dagli scribi un bestemmiatore (Mc 2,6). Dopo che ha trasgredito pubblicamente in una sinagoga il comandamento più importante, quello del riposo in giorno di Sabato farisei ed erodiani, tentano di ammazzarlo: "i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire" (Mc 3,6). E Gesù deve fuggire dalla Giudea e salire in Galilea.
Dodici
Di fronte al rifiuto delle autorità religiose (scribi), spirituali (farisei) e civili (erodiani), Gesù costituisce il nuovo Israele: "Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni" (Mc 3,13-15). Gesù sceglie e chiama. E' il cerchio di Gesù che si allarga: partecipa ad altre persone la sua forza e la sua autorità. In Gesù il regno di Dio si è fatto vicino agli uomini; ora si dilata nei Dodici e attraverso di loro si estenderà al mondo intero.
Questi uomini sono presi dalla gente comune, con pregi e difetti, e sarebbe ingenuo e sbagliato idealizzare il gruppo che ne è uscito: non è una comunità di puri né un gruppo di educande. Il seguito del vangelo ce ne darà puntuale conferma.
Le finalità sono chiare: fare esperienza di lui, per predicare il vangelo: "Il cristiano è un prigioniero. Prigioniero di una vita: la vita di Cristo. Non è il propagandista di un'idea, ma il membro di un corpo che vive e che vuol crescere" (M. Delbrel). Questa è la chiesa: la comunità di quelli che stanno con lui e che predicano il vangelo. Amico lettore, non chiedere altro alla chiesa, non aspettarti altro da lei.
Chiunque di noi avrebbe scelto uomini culturalmente preparati, di spiccate virtù morali, sapienti, qualche scriba o fariseo cioè conoscitori della scrittura. E invece nulla di tutto questo. E' un gruppo davvero improbabile. Perché ha scelto proprio loro? Perché li ha scelti amando, senza fare calcoli sulla possibile efficacia. Siamo onesti: nelle nostre parrocchie, quando scegliamo catechisti, animatori vogliamo che abbiano delle competenze, delle qualità più precise e che siano di provata onestà. Gesù invece li sceglie tra la gente comune, proprio perché è gente comune, che forma il popolo di Dio che è la Chiesa. La Chiesa, sarà sempre intrisa di santità e peccato perché è umana, molto umana e porterà sempre con sé la traccia del limite.
Un gruppo più sconclusionato di questo non poteva metterlo insieme che Gesù. Non avevano nessun motivo per stare insieme se non l'amore verso il maestro. Amico lettore, nella Chiesa non ci siamo scelti, ci ha scelto. Ecco perché, per stare insieme, dobbiamo trovare motivi più profondi. Nelle nostre comunità spesso dimentichiamo che lavoriamo tutti allo stesso compito. Spesso ci concentriamo sul "come" invece non dovremmo mai perdere di vista il "perché". Che bello vedere che tra gli apostoli c'è chi è diventato Papa, chi ha scritto un vangelo, chi è rimasto nell'ombra ma tutti uniti per annunciare il vero volto di Dio!
Questa è la Chiesa, amico lettore. All'uomo che soffre, Gesù invia altri uomini fragili e feriti, trasfigurati dal Suo amore.
Satana
Gesù ha chiamato dodici persone a seguirlo, dodici come le tribù che componevano Israele. Questa è un'autentica pazzia per gli ebrei e per l'istituzione religiosa del tempo. Di fronte a questa clamorosa rottura ecco la reazione della famiglia e dell'istituzione. I suoi "escono per andare a prenderlo", letteralmente "catturarlo". Gli scribi, massimi responsabili del sinedrio, sono scesi niente meno da Gerusalemme, e sentenziano: " costui è posseduto da Beelzebùl". Se per i familiari è ritenuto pazzo, per gli scribi è posseduto. Tra le centinaia di demòni nei quali la gente credeva scelgo no il più popolare e nello stesso tempo più temuto: Beelzebù. Marco è l'unico evangelista a non adoperare mai il termine greco diavolo ma sempre la designazione ebraica satana che in tutto il vangelo appare solo cinque volte.
Chi è Beelzebùl? Beelzebub era una divinità filistea, il Dio delle mosche. I farisei, per impedire il culto verso questa divinità, l'avevano trasformato in Ba al zĕbūl, cioè il Dio del letame (non solo non protegge dalle mosche, ma le attira). Per gli scribi Gesù guarisce le persone per infettarle ancora di più. Insomma, il popolo è invitato a stare alla larga da Gesù.
Perdono
Gesù emette ecco la sentenza molto dura: peccati frutto di ignoranza, di fragilità saranno perdonati, ma, «ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Una domanda che mi viene spesso posta è: in cosa consiste la bestemmia contro lo Spirito Santo? L'unica che non può essere perdonata? Amico lettore, hai presente quando ti trovi davanti ad un paesaggio bellissimo, mozzafiato, che ti lascia a bocca a aperta? Quella bellezza è li per tutti, per il santo ma anche per il più grande dei peccatori. Quella bellezza non si impone al tuo sguardo. Decidere di tenere gli occhi aperti o chiusi e una tua scelta.
La bestemmia contro lo Spirito Santo, è stare davanti alla Luce e rimanere ostinatamente con gli occhi chiusi. La misericordia di Dio non può costringerti ad aprire gli occhi. Dio non può renderti felice per forza; dove sarebbe la tua libertà? Non ti può perdonare se non accetti di essere perdonato.
Il racconto del Vangelo, però, non nasconde anche altri "nemici" della missione di Gesù che non ci aspetteremmo: i suoi concittadini di Nazaret e anche la sua famiglia. Eh sì, anche la famiglia di Gesù appare come un ostacolo per Gesù. Il suo insegnamento era così dirompente che ha trovato resistenza anche in coloro che gli volevano bene. Per la seconda volta il clan di Gesù scende da Nazareth al lago per prenderselo e questa volta c'è anche Maria. In quel contesto culturale e religioso, il legame di sangue è più forte di tutto, la società è regolata dai legami parentali: deve essere davvero "fuori di testa".
I parenti "restano fuori", scrive Marco, dando ovviamente una indicazione non solo spaziale. Quelli che "stanno dentro" e ascoltano la sua parola sono la sua vera famiglia. Amico lettore, la comunità cristiana nasce sempre dall'ascolto della Parola e vive dell'ascolto di essa. Stai attento a non cadere nella tentazione di sentirti "parente" di Gesù quasi che l'accesso a lui sia "naturale" e scontato.
Marco non nasconde che durante la vita di Gesù, le relazioni con la madre e tutta la famiglia sono segnate da contrapposizioni e distanza. Riferisce forse uno dei momenti più dolorosi della vita di Maria: "chi è mia madre?". E' l'unica volta che Maria appare nel Vangelo di Marco e la sua immagine non ne esce proprio bene. Aveva generato il figlio di Dio ma non riuscì a capirlo totalmente. Per lei Dio era uno di famiglia, conosceva i suoi gusti, ma questo non le rese meno difficile la via della fede. Anche lei in cammino, come noi: "Chi fa la volontà del Padre, questi è per me madre, sorella, fratello...". Gesù non si ferma prosegue il suo cammino tra molta folla e molta solitudine.
La bella notizia di questa domenica? Gesù non si lascia catturare, imprigionare, nessuno può prenderne possesso o dichiararne il possesso. Gesù mette tutti al centro della sua vita, perché amare è la capacità di fare sentire tutti importanti.

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