Omelia (05-02-2006) |
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"Risanaci Signore" La liturgia della Parola di oggi ci introduce nel tema della sofferenza, prendendo spunto dalla prima lettura tratta dal libro di Giobbe, maestro nel soffrire senza disperarsi, fino al Vangelo che ci presenta i molti afflitti da varie malattie e guariti da Gesù. Non dobbiamo poi dimenticare che la settimana si chiuderà con la celebrazione del malato in occasione del ricordo della prima apparizione della Madonna a Lourdes, l'undici febbraio. Certo è che quando l'uomo incontra il mistero della sofferenza, nella maggior parte dei casi, si rivolge a Dio in modi diversi: lo invoca, lo implora, si lamenta, eh si - disperandosi - lo maledice. Ma, bisogna anche dire che in casi rari si accetta la sofferenza e la si offre. Il rivolgersi a Lui viene vissuto anche da chi è chiamato a condividere la sofferenza degli altri. Penso a tutte quelle persone che, per motivi affettivi o meno, si prendono cura dei malati. Allora viene spontaneo accostare la prima parte del vangelo odierno alla nostra quotidianità. Quante volte anche noi ci rivolgiamo al Signore e preghiamo per la guarigione (fisica o spirituale) delle persone che ci stanno accanto. Ci troviamo nella stessa situazione di coloro che hanno parlato a Gesù della malattia della suocera di Pietro. La suocera di Pietro rappresenta tutta l'umanità "ammalata", prostrata dalla malattia del peccato. L'intervento di Gesù è proprio la mano che Dio tende all'umanità peccatrice per tirarla su, per farla rialzare, per renderla capace di servizio, non solo nei confronti del Signore, ma anche verso tutti i suoi fratelli. Però non dobbiamo dimenticare una cosa, Gesù guarisce prima l'anima e poi il corpo e non assicura una felicità e benessere fisico in questa vita, ma la promessa continua e costante è la vita eterna. Sul far della sera Gesù compie diverse guarigioni, quel giorno era un sabato perché la mattina erano stati nella sinagoga di Cafarnao a pregare. Il giorno dopo, cioè il primo giorno della settimana: domenica, Gesù si alza quando è ancora buio e va in un luogo deserto e qui prega. Ecco la vera forza per vivere nella speranza e saper offrire ogni sofferenza: il giorno del Signore, domenica, siamo chiamati alla preghiera comunitaria intorno alla mensa della Parola e del Pane di Vita dove poter offrire il sacrificio gradito a Dio Padre per alleviare le sofferenze dell'umanità. |