Omelia (09-06-2024) |
Omelie.org (bambini) |
Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ben trovati! È già finito l'anno scolastico e ci prepariamo all'estate. In questo periodo può capitare di annoiarci, e che l'apatia abbia la meglio subito su di noi. Quindi le giornate potrebbero sembrare tutti uguali. E nonostante sia bellissimo non andare a scuola, potrebbe essere che per sentirci "vivi" dobbiamo fare per forza qualcosa di trasgressivo. Ma se proprio avessimo bisogno di andare fuori dagli schemi, sarebbe meglio farlo facendo soffrire qualcuno (o solo noi stessi) o per fare qualcosa di straordinario? Cioè, per rendere diversa una giornata dalle altre, abbiamo bisogno di fare qualche birichinata con i nostri amici o magari di fare qualcosa di diverso tipo andare ad aiutare in parrocchia, o andare a trovare degli anziani, o andare in qualche canile a prenderci cura degli animali abbandonati? Le Letture di oggi ci insegnano ad andare fuori moda in modo intelligente: secondo la ragione di Dio e non secondo la nostra. La Prima Lettura è molto famosa: racconta il primo peccato commesso dagli uomini. Conosciamo tutti la storia di Adamo ed Eva, del serpente e del frutto dell'albero, ed oggi la vediamo insieme. Adamo ed Eva sono persone essenzialmente buone: create per amore da Colui che è l'Amore per eccellenza. Il loro problema è stato non fidarsi di Dio: si sono fatti convincere dal tentatore che il loro ragionamento era superiore a quello di Dio stesso. Facciamo un esempio: a scuola, quando un adulto vi dà un'indicazione, lo fa per il vostro bene o per farvi un dispetto? Probabilmente la prima. La stessa cosa è accaduto ad Adamo ed Eva: sapevano perfettamente che dovevano fidarsi di Dio, ma il diavolo, il cui nome non a caso significa separatore, era invidioso di questo affetto profondissimo tra loro tre, così ha insinuato che Dio in realtà non volesse davvero il loro bene. E così Adamo ed Eva hanno iniziato a pensare che forse loro ne potevano sapere di più del loro creatore. Da questo momento in poi qualcosa si è spezzato, infatti la creatura non può vivere veramente senza far riferimento al proprio Creatore. Ma Dio non ci ha lasciato nei guai... infatti ha continuato a ricercare l'amicizia con gli uomini, ed infine ha mandato Gesù Cristo a mettere a posto le cose. Pensiamo, per esempio, alla preghiera del Preconio Pasquale, che cantiamo la notte di Pasqua: ad un certo punto, in riferimento al peccato originale dice "felice colpa che meritò un così grande Salvatore". Ecco, la notizia di oggi è che la nostra esistenza non finisce con i nostri errori, ma Gesù ha come unico scopo della Sua esistenza quello di riparare lì dove noi falliamo. Anzi vuole esaltarci a figli di Dio. San paolo ci dice che questa nuova relazione nasce proprio dalla fede. Cristo infatti ci rinnova continuamente per farci sperimentare sempre la sua resurrezione, infatti il diavolo, per quanto si sforzi nell'allontanarci da Dio, non può averla vinta, dal momento che Cristo l'ha sconfitto una volta per tutte. Quindi, quando ci sentiamo in colpa perché abbiamo sbagliato dobbiamo pensare che in realtà quello è un momento per sperimentare l'amore: non siamo nati per soffrire o per essere mortificati, ma per sperimentare la Grazia di Dio. Nel Vangelo di Marco questa notizia diventa ancora più esplicita. Gesù è a Cafarnao e sta iniziando la sua missione pubblica. Intorno a lui ci sono tre gruppi di persone: una parte del popolo lo esalta per i miracoli che compie, i capi dei giudei provano a trarlo in inganno per arrestarlo e una parte della famiglia lo vuole chiamare in privato perché sono preoccupati dello scandalo che potrebbe provocare. Ma il cuore delle letture è nelle ultime parole di Gesù. Per essere veramente in comunione con Lui bisogna seguire la Sua volontà non in modo passivo, come sottomessi, ma riconoscendo che Lui ne sa più di noi: esattamente come succede a scuola o in famiglia quando dobbiamo obbedire ai genitori o a un adulto, non per paura della punizione ma perché ci guida con amore. Questa è la missione dell'estate che ci attende: avere il coraggio di andare contro corrente, rispetto alle opinioni degli altri, per andare insieme a Gesù. Carlo Acutis, un giovane quindicenne che sta per essere fatto santo, diceva: "tutti nasciamo unici, molti muoiono come fotocopie". Allora vi auguro di sperimentare quest'unicità che può venire solo da Dio. Commento a cura di Cristina Pettinari |