Omelia (12-06-2024) |
Missionari della Via |
«Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento». Gesù dice che non è venuto ad abolire i comandamenti di Mosè ma per portarli a pienezza. Questo "compimento" della Legge richiede una giustizia superiore. Dice infatti ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5,20). Ad esempio, la legge del taglione "occhio per occhio, dente per dente", viene portata a compimento con "porgi l'altra guancia". Gesù sta andando oltre la giustizia di dare a ciascuno il suo. Egli indica e propone a chi lo segue la via più alta: la perfezione dell'amore, amare oltre ogni calcolo, oltre ogni tornaconto, amare anche quando l'altro ha degli atteggiamenti poco amabili. Ora, noi sappiamo che non siamo capaci di fare ciò, e non basta un'osservanza di una legge esterna a noi. Le norme giuridiche non ci bastano se il nostro cuore non è abitato dallo Spirito Santo. Solo attraverso la fede in Cristo possiamo aprirci all'azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l'amore divino. Ci fa bene domandarci quali cose stiamo abolendo nella nostra vita. A volte aboliamo o tronchiamo un'amicizia, un amore, un cammino di fede comunitario perché si presentano situazioni che richiedono di andare oltre la nostra giustizia. In certi momenti della vita vi sono eventi difficili che possono essere affrontati, vissuti, attraversati solo nell'amore di Dio. Solo l'amore di Dio ci dà la forza di portare a compimento la nostra vita. Chiediamo anche noi la grazia di poter dire alla fine di questa nostra vita terrena, così come ha detto Gesù sulla croce: "tutto è compiuto". «Il tempo trascorso non mi ha cancellato dalla memoria il ricordo di quando mi recai a pregare nella cattedrale di Valenza e vidi la tomba del venerabile Ridaura. Mi raccontarono allora che quel sacerdote, quando era ormai molto vecchio, a chi gli domandava quanti anni avesse, rispondeva con convinzione, in valenziano: Poquets, pochini; quelli che ho trascorso al servizio di Dio. Per parecchi di voi si possono ancora contare sulle dita di una mano gli anni trascorsi dal momento in cui vi siete decisi a entrare in rapporto con Dio, a servirlo in mezzo al mondo, nel vostro ambiente e per mezzo della vostra professione o mestiere. Il particolare cronologico non è molto rilevante: è importantissimo, invece, marchiare a fuoco nella nostra anima la certezza che l'invito alla santità, rivolto da Cristo a tutti gli uomini, nessuno escluso, esige che ciascuno coltivi la vita interiore e si eserciti quotidianamente nelle virtù cristiane; e non in un modo qualsiasi, e neppure in un modo fuori del comune o comunque eccellente: dobbiamo sforzarci fino all'eroismo, nel senso più forte e reciso della parola» (S. José Escrivà). |