Omelia (13-06-2024) |
Missionari della Via |
Commento su Matteo 5,20-26 «Non ucciderai... Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Con questo, Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Quando si dice di una persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol dire? Che le sue parole uccidono! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell'ira e colpirlo con la calunnia. Neppure sparlare su di lui. Arriviamo alle chiacchiere: le chiacchiere, pure, possono uccidere, perché uccidono la fama delle persone! È tanto brutto chiacchierare! All'inizio può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, ma alla fine avvelena anche noi. Vi dico la verità, sono convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerebbe santo!» (papa Francesco). Gesù, inoltre, continua ad alzare l'asticella dicendoci che l'amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo. E dice così: «Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello» (vv. 23-24). La via dell'amore che Gesù ci propone è la via della perfezione, un amore la cui unica misura è amare senza misura, capace di andare oltre ogni calcolo. Certo, è davvero difficile! Ad esempio, noi pensiamo di non avere nessuna colpa se qualcuno ci porta rancore, pensiamo di essere nel giusto, affermiamo di aver subito pure un torto... Ma qui il fatto non è che noi non abbiamo rancore, ma che l'altro ha rancore verso di noi! Davanti a ciò nostro Signore ci dice di lasciare l'offerta all'altare; è come se, prima di accostarci all'Eucaristia, ci dicesse: "hai provato comunque ad andare incontro a colui che prova rancore verso di te? Perché questa persona prova questo brutto sentimento verso di te? Forse hai mancato? Forse qualcosa non è stata ben compresa? Forse un'interpretazione sbagliata di un determinato comportamento? O anche un errore che l'altro ha compiuto ma senza essersene reso conto, pensando di essere nel giusto?" Il Signore ci chiede di andare da questa persona per cercare di chiarire, per cercare una riconciliazione. Certo, per questa riconciliazione non sempre avviene, ma occorre provarci! Il Signore ci chiede di lasciare sempre aperta la porta del cuore; ci chiede di combattere ogni forma di pregiudizio e di rancore che possiamo portare nel nostro cuore; ci chiede di continuare a pregare per quella persona, insomma, ci chiede di amarla! Ora, è certo che noi da soli non siamo capaci di fare ciò, ma il suo Spirito che è amore sì! Apriamoci dunque al Signore, preghiamo, chiedendogli insistentemente che ci aiuti ad amare anche quando l'altro non è amabile, ricordandoci che il Signore stesso ci ama sempre, anche quando anche non siamo amabili; e questo capita spesso... «San Filippo Neri (sacerdote di Roma, vissuto nel 1500) cercava di provvedere ai suoi poveri ragazzi di strada in tutti i modi possibili e non esitava a bussare alle porte dei palazzi dei ricchi per farsi dare un aiuto. Si narra che una volta, un ricco signore, infastidito dalle sue richieste, gli diede uno schiaffo. Il santo non si scompose: "Questo è per me - disse sorridendo - e ve ne ringrazio. Ora datemi qualcosa per i miei ragazzi"». |