Omelia (07-07-2024)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Ez 2,2-5; Sal 122; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6

La quattordicesima domenica del tempo ordinario ci dice che quel "Arriva Gesù", provoca scandalo con le forme di comunicazione più diverse di ieri (passa parola) e di oggi (i mezzi tecnologici, sms, mms, videomessaggi, ecc.)... diciamo il moderno "influencer", circa lo stile di vita. L'influencer è persona che ha il potere di influenzare le abitudini di acquisto o le azioni di altre persone caricando una qualche forma di contenuto originale, che ha una credibilità e un pubblico consolidato sul social marketing. L'influencer può venir inteso quale testimonial credibile: se lo dico io, puoi crederci.

E invece Cristo si trova tutto all'incontrario: "Arriva Gesù", non il personaggio importante, ma colui che tutti sapevano da dove arrivava (Nazareth), chi erano i suoi genitori (Giuseppe e Maria), cosa facevano (carpentiere e casalinga), chi erano i suoi "fratelli"...insomma uno "poco credibile", nonostante la fama di questo Jeshù, "maestro sapiente e potente guaritore", un astro di prima grandezza in fatto di intelligenza, sapienza, conoscenza..., non veniva creduto, e proprio per la incredulità che suscita, ieri e oggi, la gente va all'appuntamento e vuole sentire, vedere, toccare...la forza dei "segni" per credere.

Quindi eccolo lì, pronto con la "parola e i segni", per essere creduto, ma "non poté operare nessun prodigio", come sottolinea l'evangelista Marco, che traccia la traiettoria del rifiuto della gente: si parte dall'ascolto (molti ascoltavano), si passa allo stupore (rimanevano stupiti), quindi alla perplessità (da dove gli vengono queste cose), per finire nel disprezzo (un profeta non è disprezzato che nella sua patria).

Dall'incredulità allo scandalo viene da un semplice "ragionamento umano": "Dio era (e forse "è" anche oggi) troppo grande per abbassarsi a parlare attraverso un uomo così semplice, come si riteneva fosse Jeshù, tanto umile da "incarnarsi" in uomo."

Ecco la radice dell'incredulità: l'incarnazione!...con la sua umile nascita, i trent'anni di vita nascosta, i tre anni di parole e segni del "figlio dell'uomo", la passione, l'eucarestia, la morte, la risurrezione, gli ultimi cinquanta giorni con l‘ascensione spartiacque tra vita terrena e vita spirituale di Cristo e la pentecoste, segno concreto della sua chiesa nei secoli.

E oggi? Oggi come ieri, tra credulità e incredulità, e richiesta di segni per credere, l'uomo ha lo strumento del Vangelo, e di tutta la Parola biblica, che purtroppo non suscita l'impressione di qualcosa di nuovo e sconvolgente, perché di conoscerlo e lo si dà per scontato; oggi più che meraviglia c'è assuefazione; c'è un appagamento stanco, ma soddisfatto, delle cose già sentite e risentite, sapute e risapute.

Cristo, quando veniva interrogato, rispondeva chiedendo: "Cosa leggi nella Scrittura?", non dava Lui la risposta, ma chiedeva, a chi lo interrogava, la risposta e il segno conseguente "va, e fai anche tu lo stesso."

Dalla moderna disaffezione, all'impegno della Parola e del Segno, oggi occorre un "rinnovamento" del proprio agire, affidandoci alla Parola, e riscoprire la bellezza della incredulità fidandoci della Fede, della Speranza, della Carità, nella concretezza della vita quotidiana, ma soprattutto fidarci di Lui, sapendo che Lui c'è, ma che spesso siamo noi a non esserci, a fidandoci troppo della vita moderna, trattando Lui come oggetto, o argomento, di cui discutere, ma dobbiamo lasciarci incontrare da Lui, come soggetto vivente, che mi ha amato e ha dato se stesso per me, che viene incontro con la Via, la Verità e la stessa Vita.

Tutte le religioni dicono che l'uomo deve essere pronto a dare la vita per Dio, ma il Vangelo racconta innanzitutto che il Figlio di Dio ha dato la vita per l'Uomo. Il movimento è capovolto. Il capovolgimento, operato da Gesù, impegna il credente a capovolgere, a sua volta, il modo di pensare di Dio per la salvezza dell'Uomo. Fidiamoci.


E allora domandiamoci:


Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità, riusciamo a impegnarci, ogni giorno, a essere discepoli e testimoni, con "va, e fai anche tu lo stesso"?


Claudio Righi