Omelia (24-06-2024) |
don Michele Cerutti |
Docilità allo Spirito Dio passa nella vita di noi tutti e gli atteggiamenti che si possono avere davanti al suo passaggio possono essere differenti. Una sorta di disinteresse totale come nel caso dei farisei, che vediamo nei brani di Vangelo e che lasciano scorrere la sua presenza in mezzo a loro con giudizi e disprezzo. Dall'altro lato abbiamo un'accoglienza bella, ragionata e piena di entusiasmo come quella che viene espressa da Maria nella piccola dimora di Nazareth o di Giuseppe che dopo essere rincuorato si mette subito in movimento per proteggere la Madre di Dio. Tra questi due eccessi abbiamo la figura di Zaccaria con tutte le sue titubanze e tutti i suoi schemi preoccupato del giudizio di chi frequenta negli ambienti della sinagoga. Davanti all'invito di mettersi a disposizione di Dio mostra tutte le sue paure. Non basta conoscere la Scrittura, non basta frequentare la Chiesa, non basta pregare se non ci si mette in una sorta di disposizione interiore di accoglienza dei messaggi di Dio. Vale per Zaccaria, vale per me che vi scrivo e vivo la ministerialità sacerdotale, vale per tutti voi che leggete queste righe e magari vivete la vostra fede con un alto senso di appartenenza. Dobbiamo cercare di cambiare mentalità quella che è dura a morire in Zaccaria, che è dura morire in noi. Uscire dai nostri schemi rigidi per aprirci alla novità di Dio che chiede la nostra collaborazione nel costruire il Regno. Il Signore riesce a utilizzare tutte le sue vie solo che non saremo noi con le nostre rigidità ad aiutarlo. Disarmiamoci delle nostre armature e mettiamoci nella vigna con tutta la docilità che Dio stesso ci chiede. |