Omelia (23-06-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Dormi pure Gesù

I.
Durante i vent'anni passati in Africa, oltre ai lavori pastorali dirigevo anche una Università. Quest'ufficio mi imponeva di viaggiare molto per incontri, consigli accademici, conferenze, lezioni, etc. e per fortuna avevo un bravo e giovane autista che mi accompagnava guidando l'auto dell'università. In vent'anni abbiamo percorso insieme centinaia di migliaia di chilometri. Durante i viaggi, spesse volte dormivo perché ero stanco dovuto a vari impegni. Dormivo tranquillo perché sapevo che il mio autista guidava molto bene, e anche nel caso l'auto avesse avuto dei guasti, come di fatti succedeva molte volte in quanto era di seconda mano, lui che si intendeva anche di meccanica, risolveva ogni problema. Qualche volta il mio autista non poteva viaggiare dovuto a malattia o per motivi familiari, e quindi dovevo viaggiare con altre persone. In quei viaggi però non dormivo mai, perché non mi fidavo della loro guida.

II.
Leggendo il Vangelo di questa domenica della tempesta sedata, mi sono sorte varie domande: perché Gesù dormiva sulla barca durante una tempesta furibonda? Stava facendo a finta di dormire per sperimentare la fede degli apostoli? Voleva vedere come avrebbero risolto il problema? Allora il dormire di Gesù era solo una farsa? Io penso che Gesù stava dormendo perché era stanco dopo una giornata faticosa, e dormiva perché si fidava dei suoi discepoli che erano pescatori e quindi esperti marinai. Di sicuro erano molto più esperti di Lui che era un falegname e poteva sapere come si costruisce una barca, ma non come la si guida. Infatti Gesù quando si sveglia, non prende in mano le "redini della barca" per mostrare ai discepoli come si dirige una barca in mezzo alla tempesta, ma semplicemente "toglie la spina della corrente" alla tempesta che subito si spegne.
Anche nella nostra vita a volte ci sembra che Gesù dorma e ci lascia da soli. In realtà "dorme" perché si fida di noi e sa che possiamo farcela anche da soli. Non ci lascia soli, perché Lui sta sempre con noi, solo che non interviene. Lui si fida di noi, ma siamo noi che non ci fidiamo di noi stessi. Eppure Gesù ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. Spesse volte pensiamo di non farcela perché assillati e distolti da tanti pensieri contrari: e se mi succede qualcosa? e se non ce la faccio? e se fracasserò? Siamo così abituati ad ascoltare solo brutte notizie, che pensiamo che qualcosa di brutto sia sempre in agguato per abbattersi su di noi. Nel mondo è molto di più il bene che si compie invece che il male, ma la tv e i giornali riportano e ampliano solamente le notizie cattive perché fanno più audience. Il bene invece non fa notizia, e così finiamo per pensare che nel mondo ci sia solo il male. Per questo Gesù dice alle tempeste che si scatenano sempre nella nostra mente: "Taci!". Così dobbiamo dire anche noi "taci" ai nostri pensieri, preoccupazioni, ansietà, perché la tempesta passerà e il sole torna sempre a splendere.
La barca del vangelo di questa domenica, non solo è immagine del viaggio della nostra vita, ma anche immagine della Chiesa affidata agli apostoli che molte volte deve passare attraverso tempeste e bufere... ma che ogni volta ne esce sempre rinnovata. La barca della Chiesa non potrà mai affondare perché sulla barca c'è Gesù, e quindi "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Forse Gesù non starà dormendo sonni molto tranquilli in questi ultimi tempi, ma Lui sa a chi ha affidato la sua Chiesa e quindi sa che i suoi apostoli la condurranno al porto sicuro nonostante le difficoltà, come è avvenuto tante volte nella storia. Non dobbiamo dimenticarci che negli ultimi cento anni i papi che hanno guidato la Chiesa sono stati proclamati santi. Anche l'attuale "condottiero" della barca della Chiesa non scherza riguardo a santità. Quindi non ripariamoci solo dalle sferzate delle bufere, ma lasciamoci anche accarezzare dal vento di santità che mantiene sempre viva la Chiesa e la spinge in avanti.

III.
In conclusione. I discepoli svegliano Gesù dicendogli: "non t'importa che moriamo? Non t'importa di noi?". Gesù dorme non perché non si importa, ma come abbiamo detto, dorme perché si fida, come quelle persone che viaggiano con noi quando siamo noi al volante: se dormono tranquille è segno che si fidano della nostra guida. Quando invece non riescono a chiudere occhio e sono terrorizzate è segno che non si fidano della nostra conduzione.
Lasciamo dunque dormire tranquillamente Gesù e diciamogli: dormi pure Gesù, perché so che ce la posso fare.