Omelia (23-06-2024) |
don Lucio D'Abbraccio |
Confidiamo sempre nel Signore! Abbiamo appena ascoltato il Vangelo della tempesta sedata. Gesù, scrive l'evangelista Marco, minaccia il vento e ordina al mare di calmarsi: «minacciò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!"». Ebbene, il gesto solenne di calmare il mare in tempesta è chiaramente segno della signoria di Cristo sulle potenze negative e induce a pensare alla sua divinità: «Chi è dunque costui - si domandano stupiti e intimoriti i discepoli -, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». La loro non è ancora fede salda, si sta formando; è un misto di paura e di fiducia; l'abbandono confidente di Gesù al Padre è invece totale e puro. Perciò, per questo potere dell'amore, Egli può dormire durante la tempesta, completamente sicuro nelle braccia di Dio. Ma verrà il momento in cui anche Gesù proverà paura e angoscia: quando verrà la sua ora, sentirà su di sé tutto il peso dei peccati dell'umanità, come un'onda di piena che sta per rovesciarsi su di Lui. Quella sì, sarà una tempesta terribile, non cosmica, ma spirituale. Sarà l'ultimo, estremo assalto del male contro il Figlio di Dio. Ma in quell'ora Gesù non dubitò del potere di Dio Padre e della sua vicinanza, anche se dovette sperimentare pienamente la distanza dell'odio dall'amore, della menzogna dalla verità, del peccato dalla grazia. Sperimentò questo dramma in se stesso in maniera lacerante, specialmente nel Getsemani, prima dell'arresto, e poi durante tutta la passione, fino alla morte in croce. Orbene, la tempesta sul lago rappresenta le difficoltà, le delusioni e le prove che possiamo incontrare nella nostra vita. Tutti noi attraversiamo momenti di tempesta. In questi momenti è facile sentirsi disperati e senza speranza. A volte ci sembra che Dio sia assente, che non ci ascolti, che ci abbia abbandonato. Di fronte a queste sfide, la nostra fede può essere messa alla prova. Come i discepoli sulla barca, potremmo sentirci spaventati e soli. Ma Gesù ci invita a non avere paura e a confidare in Lui. Confidare in Gesù significa avere fiducia in Lui, anche quando le cose si mettono male. Significa credere che Lui è sempre con noi, che ci ama e che non ci abbandonerà mai. La parola di Gesù rivolta ai discepoli risuona ancora oggi per noi: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». La fede è la nostra forza di fronte alle difficoltà. Anche quando la tempesta infuria, possiamo avere la certezza che il Signore è al nostro fianco e ci guiderà verso la salvezza. Non siamo mai soli perché Gesù è con noi nella tempesta, anche quando non lo vediamo o non lo sentiamo. A tal proposito c'è una poesia: "Orme sulla sabbia", conosciuta anche come "Il Signore è con te", scritta dalla poetessa americana Margaret Fishback Powers, che racconta di una persona che cammina lungo la spiaggia con Dio. In un momento di difficoltà, la persona si accorge di vedere solo le sue orme sulla sabbia, come se Dio l'avesse abbandonata. Ma Dio le rivela che era sempre stato al suo fianco, anche nei momenti più bui, sostenendola soprattutto quando non aveva la forza di andare avanti. Il messaggio di questa poesia è un messaggio di speranza e di fede. Rassicura che Dio è sempre presente nella nostra vita, anche nei momenti di sconforto, e che ci sostiene con il suo amore infinito. Ebbene, come il Signore Gesù ha calmato la tempesta sul mare, così può calmare le tempeste della nostra vita. Se ci rivolgiamo a Lui con fede, Egli ci darà la forza e la speranza per superare le difficoltà. Chiediamo alla Vergine Maria affinché ci aiuti a confidare sempre nel Signore rendendo a Lui grazie perché «il suo amore è per sempre». Amen! |