Omelia (23-06-2024)
Missionari della Via


Vogliamo cogliere tre aspetti del Vangelo di questa domenica.

La tempesta. Gesù ha appena compiuto la moltiplicazione dei pani e, giunta la sera, dice ai discepoli di passare all'altra riva. È notte, e sul lago sono frequenti le improvvise tempeste di vento e le onde alte. Così accade; e sta scritto che la barca era ormai piena. Ecco, questa barca che attraversa il lago in tempesta non è solo immagine della Chiesa che in ogni tempo affronta persecuzioni e scandali, ma anche della nostra vita. Quante tempeste nella nostra vita, quante difficoltà ci troviamo spesso ad affrontare! A volte sembrano così grandi che da sommergerci, al punto da sentirci come questa barca ormai sommersa dalle onde. Ad esempio, la scoperta di una grave malattia, la fine di un matrimonio, la perdita di un lavoro... insomma, tutte tempeste che si abbattono su di noi, quasi da portarci alla disperazione e allo scoraggiamento.

Il dubbio. Il Signore cosa fa su questa barca, su questa barca della nostra vita? Dorme placidamente! Sembra quasi che si disinteressi di tutto ciò che sta accadendo, di tutto ciò che stanno vivendo i suoi discepoli. Infatti la loro reazione è: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?» Ecco il punto: pensare che al Signore non interessi nulla di noi. Noi pensiamo che, quando Dio non interviene nelle difficoltà della nostra vita, sia indifferente, lontano; ma Dio è silente non assente! Vuole che "lo svegliamo" per affrontare le tempeste insieme a Lui. Le tempeste che attraversiamo possono essere occasioni per affidarci a Lui, per risvegliare la nostra fede in Lui, perché di certo il Signore non dorme; potremmo dire che dorme nella nostra vita quando noi lo abbiamo messo da parte, quando non abbiamo coltivato il rapporto con Lui. Ecco, le tempeste della vita possono diventare i luoghi dell'affidamento a Lui. Non dipende tutto dalle nostre forze, è Lui che cambia il nostro cuore e ci dona la forza e la grazia per affrontare le difficoltà. Cristo, infatti, non è un'assicurazione contro gli infortuni, Lui non ci promette di risolvere tutti i nostri problemi, ma è sempre con noi. Non siamo soli nelle nostre difficoltà; siamone certi, uniti a Lui possono trasformarsi in preziose occasioni di crescita.

La fede. Le nostre mancanze di fede, le nostre parole spesso feriscono il cuore di Gesù. Egli, infatti, sentendo le parole disperate dei discepoli, si alza, mette a tacere la tempesta e chiede: «non avete ancora fede?» Oggi queste parole risuonano anche per noi. È facile dire nei momenti calmi e sereni della nostra vita: "io ho tanta fede!"; forse è un pochino più complicato confessarlo nei momenti un po' più turbolenti! Noi comprendiamo dove siamo nel cammino di fede quando giungono i problemi. Ad esempio: pensiamo di essere generosi ma poi si vede se siamo capaci di aprire il portafoglio quando qualcuno ci chiede un aiuto; pensiamo di essere pazienti, ma poi si vede come reagiamo quando riceviamo una parola pungente o un'accusa; pensiamo di essere sempre pronti a perdonare, e di non provare mai rancore, ma poi si vede se ciò è vero quando occorre fare un passo verso una persona che ci ha ferito, o "scavalcato", o con la quale abbiamo una difficoltà...

Ecco, di certo non ci mettiamo a cercare o a provocare tempeste, ma quando queste arrivano - e prima o poi arrivano -, ricordiamoci che sono occasioni per crescere nella fede, per fare esperienza dell'amorevole presenza di Gesù nella nostra vita.


PREGHIERA

Signore, tu sei aiuto sempre vicino nelle angosce.