Omelia (24-06-2024)
Missionari della Via


Oggi celebriamo la solennità della nascita di san Giovanni Battista. «Se si eccettua la Vergine Maria, il Battista è l'unico santo di cui la liturgia festeggia la nascita, e lo fa perché essa è strettamente connessa al mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Fin dal grembo materno, infatti, Giovanni è precursore di Gesù: il suo prodigioso concepimento è annunciato dall'Angelo a Maria come segno che «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37), sei mesi prima del grande prodigio che ci dà salvezza, l'unione di Dio con l'uomo per opera dello Spirito Santo» (Benedetto XVI). I genitori di Giovanni, Zaccaria ed Elisabetta, sono persone stimate, ritenute giuste. Zaccaria è un sacerdote, ha un potere, è un personaggio importante; Elisabetta è una discendente della tribù sacerdotale dei leviti ma hanno un problema: non potevano avere figli. Questo, per la mentalità del tempo, non era segno di benedizione (ovviamente per la gente, non di certo per Dio!).

Dio viene a fare nuove tutte le cose! La nascita di Giovanni Battista, infatti, pone fine alla vergogna di Elisabetta. Un bimbo che non si chiamerà con un nome tratto dalla parentela, no, lui si chiamerà Giovanni, che significa "Dio fa grazia, Dio elargisce". Qui il nuovo irrompe. Così è nella nostra via, così è nella vita di chi vuol seguire Gesù. Ci sono cose nuove da abbracciare, nuovi comportamenti da porre. Non si può pensare di iniziare una nuova vita nello Spirito se non ci si vuol aprire al nuovo, se non si è disposti a lasciare vecchi modi di fare e di pensare. Le cose vanno chiamate con un altro nome. Se per me un tradimento è la fine di una relazione, per Gesù è il momento di esercitare il perdono. Se per me la malattia è solo sofferenza, nelle mani di Dio è redenzione. Se per me la morte segna la fine di tutto, nelle mani di Dio è l'ingresso nella vita vera, è il preludio alla risurrezione. Ecco, occorre che impariamo a leggere le cose con gli occhi di Dio: in Lui, la nostra vita si apre sempre verso un bene più grande.

«Tutto l'avvenimento della nascita di Giovanni Battista è circondato da un gioioso senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine... Il popolo fedele intuisce che è accaduto qualcosa di grande, anche se umile e nascosto, e si domanda: "Che sarà mai questo bambino?". Domandiamoci, ognuno di noi, in un esame di coscienza: Come è la mia fede? È gioiosa? È aperta alle sorprese di Dio? Perché Dio è il Dio delle sorprese. Ho "assaggiato" nell'anima quel senso dello stupore che dà la presenza di Dio, quel senso di gratitudine? Pensiamo a queste parole, che sono stati d'animo della fede: gioia, senso di stupore, senso di sorpresa e gratitudine» (papa Francesco).