Omelia (09-03-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me la salverà.

Come vivere questa Parola?
Questa di Gesù è una parola-chiave per entrare nel Vangelo, in modo vitale.
Istintivamente siamo portati a tenerla ben stretta la nostra vita, a non rischiare. Ma quale vita? E' quella che sostanzialmente si riduce al nostro "ego", cioè a quanto in noi è legato, appunto, a impulsi egoistici. Ma proprio il cedere a questi impulsi (magari anche giustificandoli!) ci porta a "perdere" la nostra vita vera, il nostro sé profondo: la nostra identità di figli di Dio, di uomini liberi perché creati per essere amati e per amare fin dentro la vita eterna. Se invece, con l'aiuto di Dio presente in me, ho il coraggio di mettere al muro la voglia per esempio di sfogarmi a pensare male, a mormorare degli altri, se taglio corto con la pretesa di essere io al centro dell'attenzione e di ricevere lodi, onori, se freno le inutili curiosità e le inutili parole per parlare solo di cose belle e buone a tempo e luogo, se do gratuitamente e sollecitamente un aiuto e riprendo subito a parlare con chi mi avesse offeso, certo perdo l'inautentico ma trovo ciò che più conta. Per questa vita e per l'altra.
Trovo il mio "sé" profondo e vero in Dio e vengo vivificato/a dal suo Amore.
Come la farfalla che per realizzare la sua identità di bella e alata deve perdere la sua carcassa di bruco.
Oggi l'esercizio sarà di porre attenzione al mio cuore.
Quali movimenti affiorano, in che direzione vanno?
Che cosa sto perdendo?
Che cosa sto trovando?
Un segnale interiore: la pace, se trovo Dio e il mio "sé"; l'agitazione e il pessimismo, se assecondo altri movimenti.