Omelia (27-06-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mt 7,21-29 Come vivere questa Parola? "Non chi dice... ma chi fa...". Il Signore Gesù pronuncia queste parole al termine del discorso della montagna in cui ha delineato il profilo del cristiano. In un altro passo Gesù dice: "Va' e anche tu fa lo stesso". La Parola che abbiamo ascoltato ieri ci ricordava "dai loro frutti li riconoscerete". È chiaro dunque: il cristiano lo si riconosce sempre dal suo agire. In un mondo, dove vince chi urla di più, chi grida, chi incanta con parole facili, siamo chiamati a testimoniare con la vita, con azioni concrete, con scelte semplici e chiare. Questa Parola ci aiuta ad aprire il nostro rapporto con Dio, certamente personale e intimo, alla dimensione fraterna, attraverso gesti concreti. Ci spinge ad "uscire" da noi stessi per portare frutti di riconciliazione e speranza agli altri. Il discorso della montagna continua e finisce con un invito: "Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia." Il discepolo deve appoggiarsi a Cristo (la roccia 1Cor 10,1-4; 1Pt 2,1-10; Mt 21,42), l'unico capace di rendere incrollabile la fede del discepolo, di sottrarla alla fragilità. Il progetto cristiano non può contare sulle nostre forze, ma unicamente sull'amore di Dio. È nella forza di Dio che l'uomo trova la sua consistenza. La preghiera e l'azione, l'ascolto e la pratica sono ugualmente importanti. La vita ha le sue prove quotidiane: le intemperie cadono sulla casa costruita sulla sabbia e le stesse sulla casa costruita sulla roccia. Ma è sempre la Parola che mi radica che mi fa ripetere "Sei tu, Signore, per me una roccia di rifugio" e sarà il Signore che saggerà la consistenza della mia vita.
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