Omelia (10-03-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno (...) il digiuno che io voglio - dice Dio -: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi (...), dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa il misero (...) senza distogliere gli occhi dalla tua gente. Come vivere questa Parola? Anche il digiuno, se è rapportato all'interiorità, ha senso. Diversamente può diventare formalismo, legalismo, masochismo, orgoglio spirituale: cose opposte all'amore. Digiunare però è un impegno ascetico importante. Come potare un albero. Poto l'albero perché diventi rigoglioso e fruttifichi. Così digiuno (= faccio dell'ascesi) per irrobustirmi spiritualmente. Il che significa, in concreto, aprirmi sempre più nelle mie capacità profonde di amare. Il digiuno del cristiano poi è in stretta relazione con Gesù che, nel Vangelo di oggi, si dice "Sposo" la cui Presenza è gioia nuziale. Nella vita di Gesù il momento della Passione e della Morte (liberazione e vita per me!) è vertice di altissimo amore. Anche il mio digiuno acquista senso di amore, se lo immergo nel suo Mistero sempre attuale. "Digiunate il venerdì –consigliava la Didaché, antichissimo libro cristiano del sec.II –. Digiunate in memoria della Passione del Signore Gesù". Così mi è chiaro il nesso. Gesù ha spezzato e sciolto ogni mio laccio con la forza d'amore della sua Passione. Anch'io spezzo i lacci "dell'ego" che soffocano le mie profonde possibilità di amare. Oggi mi eserciterò nell'unirmi a Gesù crocifisso sciogliendo i lacci che mi avviluppano "all'ego". Concretamente mi dedicherò all'ascolto di qualche persona, privandomi di qualcosa che possa farle piacere. |