Omelia (07-07-2024)
don Giampaolo Centofanti


Viviamo in nella società del tecnicismo, tecnicismo e non tecnica, perché pensa di risolvere ogni cosa con la tecnica ma l'uomo non è un robot e tra l'altro non è nemmeno un animale. L'animale vive con naturalezza nella legge della giungla invece l'uomo che crede che la verità della vita è la legge della giungla sta malissimo, perde il senno. Una cosa è fare i conti con l'ignoranza, la debolezza, e magari, anche se solo Dio conosce il cuore dell'uomo, con la cattiveria umana un'altra è credere che possiamo trovare noi stessi nella legge della giungla.
È importante cominciare a diffondere il superamento della cultura tecnicista. Lo psicologo che non matura nella ricerca di ciò in cui credere nonostante le conoscenze tecniche sull'uomo starà male come tutti gli altri.
Altro che credo solo in quello che vedo: non vedi che la vita è un mistero e non se non cerchi di capirla in profondità ti sentirai sempre strano, fuori, insicuro, agitato?
Questo ci dice il vangelo di oggi: quando pensiamo d'aver capito tutto, fosse pure nella fede, ci stiamo chiudendo ad un'autentica crescita e la vita rischia di spegnersi. Mio marito è una brava persona ma non mi ama più. Ma se tuo marito sta vivendo una routine dove tutto è già risaputo, scontato, tutto quello che vive si spegne. Non dipende da te, chiunque ti fossi prima o poi l'amore si spegnerebbe in lui. Invece quando per grazia intuiamo che la vita è un mistero sconfinato accogliamo ogni persona, ogni situazione, a modo proprio come una grazia che ci porta nella vita. Eucarestia significa rin graziare riconoscere che tutto è grazia di Dio, da lui viene e solo in lui trova vita. Entriamo in contatto, lasciamo operare, la freschezza dello Spirito, la sua potenza, i suoi miracoli. Gesù si meravigliava di quella sordità: si dice che l'uomo è l'unico animale che può finire due volte nella stessa buca. È il fascino tremendo della libertà: si può chiudere il cuore non solo com'è naturale per ignoranza, debolezza, ma per consapevoli motivi fasulli. Agli abitanti di Nazaret dava fastidio che un normalissimo loro concittadino parlasse con tanta sapienza, invece di essere contenti di poter ricevere da lui tanti aiuti. Al punto che Gesù poté compiere pochi miracoli perché non poteva violentare le persone. Noi possiamo pensare che non siamo come loro. Ed è proprio così: siamo creature fragili, bisognose di aiuto per crescere ma così erano anche gli apostoli. Questa era la differenza rispetto ai farisei. Avevano gli stessi limiti, ferite, debolezze, ma erano aperti all'aiuto di Gesù. Ecco allora che vediamo la loro simpatia, umanità, erano piccoli portati per mano da Dio. E allora anche noi vediamo con gioia che Dio ci ha già fatto un mare di doni che già ci fanno stare molto meglio anche se abbiamo bisogno di crescere. Sapere che Dio ci ama, ci comprende, ci perdona, ci sostiene, che ma vita ha un senso, non finisce sottoterra, imparare ad amare gli altri, vedere che con tanti stiamo più in pace, che certi problemi non li ingigantiamo più, che altri li risolviamo e altri col sostegno di Dio li viviamo comunque in un modo nuovo... È una vita più semplice, bella è fatta di cose vere non di inganni, apparenze, droghe che poi lasciano soli e svuotati. Tanti potenti, tanta gente famosa, si droga, vive malesseri profondi, perché vive di esteriorità. Invece con l'aiuto di Dio cerchiamo di vivere le cose vere e belle della vita quotidiana. Impariamo a godere delle cose belle della vita pur con qualche limite e piano piano che cresce la fede intuiamo che la felicità piena esiste ma solo Dio la può dare in un cammino. Ecco sereni e semplici, pur talora con prove, ma sulla via bella della vita, portati per mano da Dio.