Omelia (07-07-2024) |
padre Antonio Rungi |
Il profeta rifiutato in patria Il vangelo della XIV domenica del tempo ordinario ci presenta Gesù maestro nella sinagoga della sua patria. Proprio perché figlio di quella terra pensa giustamente di svolgere il ruolo di maestro nella sinagoga al sabato quando gli israeliti si riunivano per ascoltare e commentare le sacre scritture. Sale in cattedra e fa il suo dovere. I presenti invece di essere grati e riconoscenti lo contestano. Gesù coglie l'occasione per far risaltare un aspetto importate per tutti coloro che non scelgono lui e non vogliono accoglierlo. Afferma infatti che il profeta che fa seriamente è rifiutato nella sua patria e tra i suoi parenti e conoscenti. Gesù, nonostante questa contestazione, va per la sua strada di educare alla fede mediante un'ispirata catechesi sui testi sacri. A parte alcune persone interessate, il dialogo fra Gesù e i suoi ascoltatori non decolla e non parte. Lui non si scoraggia e passa altrove. L'itineranza di Gesù è un chiaro invito a noi cristiani di non fermarsi mai nel ristretto recinto di casa e città proprie, ma spaziare in quanto la non conoscenza del soggetto in un luogo può favorire l'accoglienza e l'ascolto del saggio di turno. Egli confida nella disponibilità del cuore delle persone per il suo messaggio che predica a Nazareth come in altri luoghi. Profeta di strada e figlio di una famiglia umile, i grandi e i saggi della sinagoga non avvertono la necessità di ascoltarlo e magari dibattere successivamente con lui sui temi biblici. Nulla di tutto questo. Gesù non si offende, non si arrabbia, lancia solo un messaggio ed un avvertimento molto semplice e vero. Non provate a cambiare il cuore di chi vi sta vicino perché è difficile se non impossibile. Andare oltre, andare ove vi porta il cuore, dopo aver ascoltato lo spirito del Signore che vi indica la strada da seguire in risposta alla parola di Dio. |