Omelia (14-07-2024)
don Giampaolo Centofanti


Gesù chiama a sé personalmente e comunitariamente. Ecco la fonte di tutto. Quando mi dona la fede non solo entra esplicitamente nel mio cuore ma mi dà tanti fratelli che pure hanno ricevuto e accolto la fede. Da lì, dalla preghiera, nella comunione, anche con le persone normali n credenti aperte alla luce che Dio infonde loro, viene ogni grazia, ogni bene spirituale, umano e materiale a misura per me. Fosse anche partendo da un mio piccolo buongiorno detto a Dio una volta al mese, da quel piccolo saluto viene tutto. Perché da lì viene lo Spirito solo nel quale posso andare sulla via dove incontrerò, riconoscerò, accoglierò, svilupperò superando le difficoltà, tutti i beni per me e attraverso di me per gli altri e imparando a ricevere dagli altri. Anche questo è un dono bello: quello di imparare per grazia a ricevere, riconoscere il bene altrui anche se con eventuali limiti. Quanto bene possiamo perderci dei fratelli, quanta grazia! La vita che sembra talora solo con tante brutture manifesta tanta bellezza, tanta dolcezza, tanto conforto, tanto aiuto... Ecco dunque il senso del li chiamò a sé, che viene prima di tutto. E, dopo un certo cammino con loro, gradualmente li invia, all'inizio a due a due, dunque con delicatezza per loro e per quelli a cui sono mandati. Dovranno infatti, per esempio, imparare tante cose.

E dà loro il potere di annunciare il vangelo, di scacciare i demoni, di guarire gli infermi. Quando diventi cristiano ti è gradualmente donato sempre più un potere: uno studente universitario era disperato per la tesi che il professore gli faceva sempre ricorreggere, non riuscendo così a finirla. Un amico gli suggerì di dire un Padre Nostro e quello si fece una risata. Dopo altri quindici giorni di pena decise di dire il Padre nostro e venne a presentarsi a me in parrocchia convertito. Una grande grazia era venuta da quella preghierina. Il potere, in Dio, di cambiare la vita a un'altra persona. Il potere guaritore spiritualmente, psicologicamente, dell'amore sereno, autentico, di Dio, i tanti veri e propri miracoli, spessissimo nascosti alle altre persone ma che al prete vengono raccontati da chi li ha ricevuti. È un cammino nel quale Dio ci porta gradualmente ad appoggiarci sempre più a lui vivendo tutto più serenamente, mettendo ogni cosa al suo giusto posto in Dio. E così vivendo e godendo di ogni cosa bella. Mentre se si mette anche il coniuge, un figlio, sopra Dio cominciano le ansie. È chiaro che è un cammino ma se anche un pochino comincio a dire Dio mio pensaci tu non sto già un filino meglio? Ecco è solo l'inizio di una crescita graduale. Su questa via sperimentiamo sempre più che tutto viene da Dio. Eh, ma la bolletta la pago io. E chi ti dà i soldi? Io perché lavoro. E chi ti dà il lavoro? Tutto viene da Dio, anzi più vivo in lui più sperimento la sua opera, ben più potente. Ecco il potere che Dio dà al cristiano. Ed ecco il significato dello scuotere la polvere. Non è disprezzo per chi non ti accoglie ma il senso di un imparare gradualmente a donarsi senza essere attaccati ad un minimo granello di gratificazione personale ma solo attenti e rispettosi del cammino dell'altro.