Omelia (11-07-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Matteo 19,27-29 Segno di un dono di grazia decisivo è la domanda di Pietro. Perché apre all'oltre dei doni di Dio che verranno. La sequela può avvenire solo nella grazia. Ma anche quando la grazia di essa è stata donata la crescita è, con fede e buonsenso nella fede, imparare a mettere Dio, la sua potente opera, al primo posto. Insomma lasciarsi unire a Dio e staccarsi da certi affetti possessivi, da certe false sicurezze, da schemi, timori, umori... Senza la grazia non si può nulla ma l'uomo può crogiolarsi in ripiegamenti che tolgono vita, che ritardano l'opera di Dio e alimentano le debolezze che vengono scambiate per forze e certezze. Tutti i nostri malesseri dipendono dal vivere ancora abbandonati pienamente in Dio. Che dono quando si riceve la grazia di intuirlo sbrigarsi, andare dritti e semplici sulla via della sequela invece di cincischiare a lungo. È quest'ultima una strada anche molto più faticosa perché andiamo avanti sulle nostre inesistenti forze invece di lasciarci sempre più portare con semplicità e buonsenso dalla grazia di Dio. |