Omelia (22-03-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno I capi delle nazioni dominano su di essi e i grandi esercitano su di essi il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che tra voi vorrà diventare grande si farà vostro servo (...) appunto come il Figlio dell'uomo che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la vita. Come vivere questa Parola? Gesù pronuncia queste parole dopo aver avvertito i suoi che il suo cammino verso Gerusalemme è verso la passione e la morte. Non solo i suoi non capiscono, ma avanzano meschine pretese di aver un posto ragguardevole nel suo Regno. Gesù rovescia le loro aspirazioni evidenziando che il suo dominio è quello dell'umile amore che si fa servizio e dono della vita. Immediatamente prima della sua passione lo dirà col gesto simbolico del lavare i piedi (lavoro da schiavi!) ai suoi; chiederà che lo facciano anche loro e – questo è importante! – affermerà che saranno beati (= contenti, riusciti, realizzati) se metteranno in pratica questo insegnamento circa il vivere la vita come umile servizio nel dono di sé. La nostra società è vittima del credere che la beatitudine sia nello "sqattrinare" o nell'eccessivo "fare" che diventa presto idolo di morte. L'esercizio di oggi è nello scoprire che quel che faccio (dai lavori in casa, allo studio, alla professione, alla ricerca, all'assistenza volontaria o no all'anziano, ecc.) tutto acquista nobilissimo valore di servizio se, con Gesù e come Gesù, mediante questo mio "fare", amo e mi dono. Oggi mi fermerò a contemplare Gesù che nella sua crocifissione esprime il senso e lo scotto più alto del suo servire-amando. E rinnegherò, col suo aiuto, ogni senso di vittimismo, di frustrazione, di abitudinarietà, di pesantezza: tutto ciarpame esistenziale perché vuoto d'amore. Pregherò: Rendimi ilare nel cuore e nel volto per un servizio che sia amore. La voce di una Regina Servire Dio nel povero: questo è regnare. S. Elisabetta d'Ungheria |