Omelia (20-07-2024)
Missionari della Via


"Tennero consiglio per farlo morire!". Possiamo metterci insieme per consigliarci il male. Che tristezza! Quale metodo si può utilizzare per convincersi che sia giusto fare del male a qualcuno? Attraverso le calunnie e le accuse che rendono l'altro ai nostri occhi cattivo e da escludere. Facendo così, non verificando mai le parole e le intenzioni di chi accusa e soprattutto la veridicità del messaggio che riceviamo, diventiamo presto dei cassonetti di spazzatura, che contengono tanto sporco da riversare sull'altro, una mole di immondizia capace di schiacciare e distruggere. E Gesù si allontana, per non essere ucciso; Egli non contesta, non alza la voce, non spezza ciò che già è incrinato, ma si fa da parte, finché non trionfa la giustizia. Quando ci coalizziamo contro il bene, diventiamo i parassiti della terra, non siamo su di essa per custodire l'amore, ma per distruggere. Abbiamo distrutto su una croce anche il Signore, quando si è incarnato. Tutta la bellezza di cui siamo capaci ha un'altra faccia, quella dell'odio distruttivo; perciò, dobbiamo non distruggere Dio nella nostra anima, non costringerlo ad allontanarsi dalle nostre coalizzazioni malefiche. Vigiliamo su noi stessi e non allontaniamo Dio da noi.

«Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi.
Stanotte per la prima volta ero sveglia
al buio con gli occhi che mi bruciavano,
davanti a me passavano immagini
su immagini di dolore umano.
Ti prometto una cosa, Dio,
soltanto una piccola cosa:
cercherò di non appesantire l'oggi
con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani
ma anche questo richiede una certa esperienza.
Ogni giorno ha già la sua parte.
Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto
dentro di me, ma a priori non posso promettere nulla.
Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me,
e cioè che tu non puoi aiutare noi,
ma che siamo noi a dover aiutare te,
e in questo modo aiutiamo noi stessi.
L'unica cosa che possiamo salvare di questi tempi,
e anche l'unica che veramente conti,
è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio.
Forse possiamo anche
contribuire a disseppellirti
dai cuori devastati di altri uomini.
Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto
per modificare le circostanze attuali
ma anch'esse fanno parte di questa vita.
Io non chiamo in causa la tua responsabilità,
più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi.
E quasi a ogni battito del mio cuore,
cresce la mia certezza: (...)
tocca a noi aiutare te,
difendere fino all'ultimo la tua casa in noi.
Esistono persone che all'ultimo momento
si preoccupano di mettere in salvo
aspirapolveri, forchette e cucchiai d'argento
invece di salvare te, mio Dio» (Etty Hillesum).