Omelia (24-07-2024)
Missionari della Via


È proprio nel mondo che questa parabola si fa realtà: vediamo la semente di Dio cadere in tanti terreni diversi e portare frutto con diversità. Ma oggi vogliamo soffermarci su una qualità del seminatore: la sua generosità e fiducia. Egli semina con larghezza, non fa sconti, non ha paura di sprecare. Noi spesso pensiamo che alcune persone non siano degne di ricevere le cose di Dio, non ci proviamo neanche, non ci fidiamo del terreno, perciò conserviamo il seme. San Paolo, invece, ci ricorda di seminare con abbondanza (2 Cor 9,6). E questo non è semplice per noi! Infatti quando ci troviamo a dover fare qualcosa cominciamo a fare i conti: quale vantaggio traggo da questa cosa? Mi occuperà tanto tempo questo lavoro? Avrò il tempo di fare ciò che mi piace? Quando iniziamo così siamo destinati inesorabilmente alla scarsità del raccolto, perché manca slancio e generosità già in partenza. Gli atti d'amore e di donazione, per essere veramente tali, hanno bisogno di essere liberati da ogni forma di possesso, cioè dal tornaconto personale, quello di chi semina per raccogliere. Gesù nel Vangelo semina senza pretesa, dona fiducia, ogni atto di amore che invece pretende di raccogliere subito il frutto è fondamentalmente interessato, egoistico: non è un atto di amore. Perciò dobbiamo allenarci a donare veramente, tante cose che noi chiamiamo servizio agli altri, sono atti di vero e puro egoismo: faccio per ricevere! Ricevere cosa? A partire dai complimenti, fino a favori e contraccambi. Niente di tutto ciò è simile al seminatore del Vangelo, un donatore universale, senza pretese. Impariamo perciò a donare, e a farlo con gioia. San Paolo ci dice subito dopo il passo in cui ci comunica che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà, che: «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7). Donare tanto e con gioia, come ci dice san Paolo, ci fa riflettere molto, soprattutto perché nella fraternità o nella famiglia, spesso facciamo fatica nelle relazioni, e ti sembra che il tuo lavoro donato non sia meritato. Perciò doniamo agli altri con egoismo, fra lamenti e rimostranze, come se quel servizio equivalesse alla partenza per la guerra del Vietnam. Poi però c'è Gesù che ti indica la strada per essere un discepolo autentico, non un "parolaio" del Signore, ma una persona che si perde per gli altri, che sa spendere la sua vita con il sorriso e che sa gioire della gioia degli altri, che non passa il tempo ad infestare l'aria di malcontento, ma sa donare. E tu? Come il seme sei disposto a morire per vivere? Vuoi essere uno/a discepolo/a autentico/a? Se sì, concretamente, inizia da oggi e scrivitelo da qualche parte, "donare tanto e con gioia"; "morire per vivere" e iniziamo ad agire come veri discepoli del Signore.