Omelia (21-07-2024)
don Michele Cerutti
Sguardo sulle necessità dei fratelli

In questo brano evangelico mi colpisce come Marco sappia comprendere bene lo sguardo di Gesù. Penso che sia stato così profondo e deve aver impressionato molto i discepoli se a distanza di anni in un versetto l'evangelista riesce a esprimerlo in maniera puntuale.
Il finale di questo brano mi fa comprendere molto bene quello che ogni anno nella nostra predicazione cerchiamo di offrire quando parliamo del buon Pastore, nella IV domenica di Pasqua.
L'empatia forte del Maestro a cui anche i discepoli debbono saper attenersi.
Essere consapevoli delle necessità di coloro che siamo chiamati a guidare.
Mi rendo conto che sempre di più come presbiteri siamo interpellati nell'avere questi occhi capaci di scrutare i bisogni reali della gente che ci sta attorno perché altrimenti il rischio è di parlare linguaggi differenti.
Per comprendere questo siamo chiamati a essere laddove il Signore ci chiama.
Questo compito tuttavia di intercettare i bisogni dei fratelli che ci stanno vicini è di tutti i cristiani in forza del battesimo.
Nelle due settimane precedenti la liturgia ci esortava a essere profeti fornendoci l'identikit di chi è chiamato a vivere la dimensione profetica e tutti siamo invitati ad aprirci a questo.
Questa settimana possiamo verificare come si concretizza la profezia.
Il profeta è colui che prima di tutto è in grado di leggere la realtà che lo circonda.
Pensiamo ai Santi sono stati dopo Gesù coloro che hanno intercettato la realtà e hanno cercato di esserne una risposta.
Come? Allenando lo sguardo e non chiudendosi nel proprio mondo.
Noi pensiamo subito alla schiera dei grandi fondatori di Congregazione dediti alla Carità.
Tuttavia penso anche a i tanti laici che si sono spesi per il bene dei fratelli.
Nel prossimo Anno Santo Papa Francesco canonizzerà Piergiorgio Frassati il Santo torinese che instancabile nell'intercettare i bisogni dei poveri della sua città, si troverà affibbiato il nome di "Frassati Impresa Trasporti" proprio perché portava di tutto nelle soffitte degli indigenti.
Penso a San Giuseppe Moscati, il santo dottore napoletano. Per le visite in casa, l'onorario è regolato da un cestino con una scritta: Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda. Quando il malato è lontano e povero, è lui stesso che gli porta anche denaro. Come porta l'aiuto spirituale durante le cure e do­po, come si preoccupa di raddrizzare esistenze, di orienta­re i confusi. Sempre medico e sempre apostolo, a ritmo intensissimi.
Allora davanti alle esigenze del mondo circostante al nostro chiediamoci se siamo in grado di intercettarne bisogni e difficoltà?
Io nel mio piccolo noto tante testimonianze di vicinanza e di attenzione proprio sul modello di Gesù che ha questo sguardo attento sui fratelli.
La scorsa settimana colpiti dalle notizie di un tragico incidente stradale che ha visto coinvolta una intera famiglia con la morte della madre mi ha ben impressionato la gara di solidarietà che si è aperta per essere prossimi ai bisogni immediati.
I tragici eventi anche della Valle Maggia e della Mesolcina ha mobilitato le comunità.
Questo mi fa ben sperare e nello stesso tempo mi sollecita perché anche io possa essere capace di intercettare con animo commosso i problemi di chi mi sta vicino e come Gesù riesca sempre ad avere occhi che non si staccano mai dai fratelli.
Questo sguardo possa essere contagioso perché possa essere a nostra volta in grado di coinvolgere altri.