Omelia (28-07-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Abbondanti come le figure di Botero

I.

Domenica scorsa sono andato a passeggiare in alcune piazze di Roma come Piazza del Popolo, Piazza di San Lorenzo in Lucina, la terrazza del Pincio, e altre ancora per ammirare alcune voluminose statue esposte temporaneamente di Fernando Botero, il famoso artista colombiano morto l'anno scorso. Come i suoi quadri, anche le sue sculture sono immediatamente riconoscibili per il suo stile inconfondibile di rappresentare persone, animali e cose in una forma dilatata o "extra-large". Il motivo delle abbondanti misure delle sue figure viene svelato da lui stesso: "La realtà è arida, preferisco comunicare la pienezza". E ha detto anche "Credo che l'arte debba dare all'uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana". Le sue opere infatti trasmettono allegria, gioia di vivere, e anche se le figure sono così "oversize" trasmettono paradossalmente un senso di leggerezza. Le sue sculture celebrano la vita in tutte le sue dimensioni, offrendo una visione del mondo che è ricca, piena e sovrabbondante. I volumi esagerati delle sue figure esaltano la bellezza assoluta. "Volumi guerrieri" come lui li ha definiti,  impegnati nella battaglia quotidiana della vita: «L'arte  - sostiene - è una tregua spirituale e immateriale dalle difficoltà dell'esistenza umana». La filosofia che potremmo dedurre dall'ammirazione delle sue opere è che dalla sovrabbondanza deriva la felicità e l'amore, non dalla penuria e dalla mancanza.

II.

Mi sono sempre chiesto perché Gesù quando ha sfamato quelle migliaia di persone con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha fatto avanzare tanto cibo. Ha fatto un miracolo così portentoso come quello della moltiplicazione, non poteva fare anche quello più modesto di indovinare il numero esatto dei pani e pesci necessari? Sarà che ha sbagliato i calcoli? Penso proprio di no. Gesù è stato abbondante perché Lui è sempre esagerato. "Io sono venuto perché abbiate la vita e l'abbiate in abbondanza". A chi rinuncia a una cosa per Lui, promette il centuplo. Esorta i suoi discepoli ad essere esageratamente generosi: "Se uno ti chiede il mantello, dagli anche la tunica. Se ti chiede di fare un miglio con lui, fanne due...". Il Vangelo di questa domenica, della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ci dice che ognuno ricevette quanto ne voleva e che tutti rimasero saziati. Perché dove arriva Gesù, non si rimane mai con la fame. Anche se il Vangelo ci parla effettivamente di pance riempite, la fame che Lui sazia è di altro tipo: fame di senso, di felicità, di amore, di perdono, di salvezza. Una fame che solo Lui può saziare in abbondanza. E invita ciascuno di noi ad essere esageratamente generosi come Lui, fino a donare la propria vita: "Non c'è amore più grande di chi dona la vita".

III.

In conclusione, pochi artisti nella storia dell'arte sono stati così denigrati dai critici d'arte ma così esaltati dal grande pubblico. Nonostante le pesanti critiche ricevute, Botero è andato avanti imperterrito per la sua strada. Tra le migliaia di sue opere, ce ne sono diverse a tema religioso, come le tavole della Via Crucis, dove le figure, compreso Gesù, vengono dilatate. Abituati a vedere un Gesù sempre raffigurato come uno smilzo al quale si possono contare le ossa, è stupefacente vedere un rubicondo Gesù in sovrappeso, se non addirittura obeso. La generosità dei volumi delle figure di Botero era riflesso della sua generosità come persona. Per lui, l'arte ha senso quando è condivisa, come dimostrato dal suo mecenatismo negli ultimi anni. Ha donato infatti centinaia di opere sue e di altri artisti a vari musei e enti.
Anche noi siamo chiamati ad essere affetti da "boterismo", non nel senso che dobbiamo aumentare di peso, ma che dobbiamo aumentare in generosità. In un mondo spesso dominato dalla logica della scarsità e del calcolo, la vita e l'opera di Fernando Botero e, ancor più, la vita e le opere di Gesù ci insegnano qualcosa di fondamentale: la bellezza e la felicità si trovano nella pienezza, nella sovrabbondanza e nella generosità esagerata.

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