Omelia (28-07-2024)
don Giampaolo Centofanti


In questo mondo svuotato dalla cultura del mero tecnicismo a tutto campo quale infinita speranza ci dona Gesù perché pensa a tutto per noi, con piena vicinanza. La storia stessa è nelle mani di Dio e non si muove foglietta che Dio non permetta. E in questa situazione di apparente impotenza dove una ristretta oligarchia sembra dominare il mondo invece Dio ci dà la gioia di poter collaborare al suo meraviglioso disegno per ciascun uomo, con ogni bene. In questo brano vediamo appunto che Gesù coinvolge a misura le persone. Ai discepoli prima di tutto fa vedere la situazione: la gente è affamata ed è numerosa. È impossibile dare da mangiare a tutti. Andrea coglie l'invito a discernere con fede e torna alle scritture che raccontano di miracoli di moltiplicazione dei pani. Dunque informa che un ragazzo ha qualcosa. Gesù chiede ora ai discepoli la fede di fare sedere, ossia mettere a tavola quelle migliaia di persone. Un grande rischio se dovesse rivelarsi un gesto vano. E con il loro incoraggiamento molti hanno la fede di sedersi. Quelli seduti ricevono il cibo e si capisce che ne danno anche a chi è restato in piedi. E si capisce che anche chi ha avuto la fede per venire fino in quel luogo, pur non essendosi seduto, porterà quel dono miracoloso a chi non è andato. La grazia si diffonde con delicatezza, a misura del graduale cammino di ciascuno e col contributo di ciascuno. Chi cerca di accogliere la luce che Dio gli infonde nel cuore partecipa alla mirabile opera di Dio per gli uomini, al suo disegno di vita, con ogni bene.