Omelia (28-07-2024) |
padre Antonio Rungi |
Il miracolo dell' amore e della solidarietà Siamo nell'ultima domenica di luglio ed è questa la Diciassettesima Domenica del Tempo Ordinario. Il testo del Vangelo di San Giovanni che ascoltiamo oggi racconta Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un miracolo eccezionale, straordinario, considerando il numero delle persone che vengono sfamate da Gesù attraverso questa azione divina della moltiplicazione del cibo indispensabile per alimentare il popolo che segue il Signore dovunque si spostasse. Non erano poche persone, considerato che c'erano 5000 uomini, senza contare donne e bambini. Il fatto che viene evidenziato che erano moltissime persone che sentivano il bisogno di incontrare Gesù attraverso questa sua itineranza da una parte all'altra della Palestina. è importante. Cosa significa questo miracolo? Potrebbe essere un fatto scontato per il Signore poter moltiplicare i pani e i pesci per dare la possibilità a chi lo seguiva di mangiare, di alimentarsi. Certamente, Giovanni ha voluto con questo racconto sostituire o mettere in evidenza una cosa importantissima e cioè l'Eucaristia. Nell'ultima cena Gesù ha istituito il sacramento dell'eucaristia e San Giovanni non ne parla. Parla, invece, di questo miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e anche della lavanda dei piedi. Essenzialmente sono raccontate le tue cose per dire che nell'eucaristia non troviamo soltanto il cibo dell'alimento spirituale per ognuno di noi, ma anche l'input per far sì che quella eucaristia a cui noi partecipiamo diventi poi cibo veramente di servizio e di carità verso gli altri. Infatti, il miracolo viene compiuto da Gesù attraverso la collaborazione di un ragazzo che aveva a disposizione, si era portato appresso cinque pani e due pesci. Ma come giustamente fa considerare Filippo al quale si rivolge Gesù per chiedere di fare qualcosa per sfamare tanta gente. Filippo dice ma 200 denari di pane da comprare tra l'altro non serviranno a niente, non potranno neanche soddisfare il minimo numero delle persone presenti al raduno. Ebbene Gesù dice Ma cosa avete a disposizione? Filippo indica in questo ragazzo la disponibilità minima di pane e pesci. Gesù dice di farli sedere. E Lui proprio da questo poco che parte per sfamare tanta gente. È molto importante che il miracolo viene fatto con la collaborazione di un ragazzo. Gesù poteva anche non chiedere la collaborazione, ma agisce così per dire che senza il nostro aiuto, senza la nostra collaborazione senza anche la nostra partecipazione nessun miracolo della carità, dell'amore, della speranza avviene nel mondo. Quali sono le considerazioni che possiamo trarre a livello anche operativo e pratico? A parte il valore indispensabile del Sacramento dell'Eucaristia che dobbiamo valorizzare e riscoprire, soprattutto oggi in un contesto in cui c'è un distanziamento dai sacramenti, compreso anche quello della confessione. Ma il vero problema è che noi dobbiamo affrontare e che dall'eucaristia celebrata nella chiesa a cui partecipiamo tutti quanti deve nascere uno stile di vita eucaristica che porta alla condivisione, allo spezzare il pane, al moltiplicare gesti di amore, di carità, di servizio verso i fratelli. In fondo, il messaggio che ci viene da questo miracolo che ci viene presentato nella liturgia della parola di Dio della Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario, è che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri. Siamo nel tempo delle vacanze e nell'ultima domenica di luglio. Tra qualche giorno inizia il mese di agosto e dobbiamo stare molto attenti a non dimenticare le tante necessità che ci sono intorno a noi o oltre noi, oltre i nostri ambienti familiari, civili, abitativi o delle nostre città. Ci sono tante necessità che non vanno messe da parte nel periodo estivo, anzi dobbiamo moltiplicare, proprio in questo tempo, gli atti di carità, di amore e di attenzione verso coloro che hanno bisogno di alimentarsi, sostenersi, di avere un pezzo di pane, di avere un bicchiere di acqua, di avere una casa dove abitare. Non parliamo di divertimenti, ma delle cose essenziali. In questo miracolo, quindi, possiamo cogliere un messaggio chiaro per ciascuno di noi. Se vogliamo essere dei buoni cristiani, non è che ci isoliamo sul monte o dal mondo, non è che magari facciamo un discorso sto bene io e stanno bene tutti. Abbiamo bisogno di condividere con gli altri ciò che possediamo, quel poco che abbiamo. Se abbiamo molto, condividiamo anche il molto, ma se abbiamo poco quel o quasi niente va distribuito. Anche questo è un motivo in più per sentirci compartecipe delle necessità degli altri. Gesù ce lo dice chiaramente attraverso questo miracolo eccezionale. Col poco nostro riesce a moltiplicare all'infinito il pane di cui aveva bisogno il popolo che lo seguiva. Questo oltre che a mangiare a soddisfarsi a livello fisico, c'è il superamento dei pani al punto tale che vengono ritirate ben 12 ceste di pane avanzato. Per dire che quando la carità è grande, immensa, quando l'abbondanza si riversa attraverso la generosità e l'amore supera le cose e queste non vengono a mancare. Non è che qualcuno viene privato dell'essenziale, addirittura c'è la possibilità di ricorrere ulteriormente a questi bisogni alimentari e anche saperli soddisfare attraverso l'aiuto di Dio e la carità dei fratelli... Argomento molto toccante molto interessante la moltiplicazione dei pani ed è uno dei miracoli più citati, più valorizzati, anche più rappresentati a livello iconografico nella storia dell'arte cristianità. |