Omelia (04-08-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Persone medicina

I.
Il giovane scrittore e cantautore pugliese Gio Evan, ha pubblicato sui social un testo/poesia molto bello che dice:

Nonna le chiamava "persone medicina".
Diceva che ci sono persone che quando le guardi guarisci,
Che appena le senti calmano i battiti,
Aggiustano i polsi,
Ti aprono le persiane del cuore e fanno entrare la luce vera
Quella del sole.
Persone che con un abbraccio ti fermano la tachicardia di dentro,
Quella che per notti e anni
Hai collezionato a colpi di ansie
Che nemmeno ti appartenevano.
Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhi,
Camomilla nello sguardo,
Che tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri,
E dopo averle incontrate anche i sogni diventano più puliti,
Dopo averle incontrate, pure i sogni sognano meglio.
Diceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi dolori,
Che non hanno paura di abbracciarti i traumi,
Che sanno dove metterti dentro le parole giuste.
Persone che hanno imparato a frequentare così bene il sole
Che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto.
Nonna le chiamava "persone medicina".
Diceva che ci sono persone che quando le guardi guarisci.
A detta sua le uniche persone da frequentare,
A detta sua le uniche persone da diventare.

Io penso che tutti noi abbiamo incontrato nella vita almeno una di queste "persone medicina", magari non con tutte le caratteristiche elencate, ma con delle qualità che le rendono persone speciali e che incontrarle ci fanno bene al cuore.

II.
Quando ho letto questo testo ho pensato alle tante "persone medicina" che ho incontrato nella mia vita. Ma ho pensato soprattutto all'unica persona che riunisce in sé tutte le qualità "terapeutiche" elencate nella poesia, o meglio, che ne ha molte di più. Questa persona è Gesù. Chi più di Lui e delle sue parole ci guariscono dalle nostre ferite? Nel Vangelo di questa domenica Gesù ce lo conferma:  «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Che belle queste parole, che hanno un sapore di infinito, che scendono come balsamo rifrescante sulle ferite della nostra anima. È Gesù Eucarestia la "persona medicina" per eccellenza. Anche Papa Francesco in una delle sue più felici espressioni ha detto che l'Eucarestia non è premio per i buoni, ma medicina per gli ammalati.

III.
Per concludere.
Non vi è mai capitato di andare al ristorante e di ordinare un piatto sbagliato che poi vi pentite di aver ordinato? A volte succede anche nei confronti di Dio. Come è successo a quella folla che correva dietro a Gesù per ordinare un "piatto" sbagliato, che riempiva solo la pancia: "voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati". Ecco che allora Gesù ci aiuta a correggere la nostra fame sbagliata e ci consiglia il piatto migliore: "Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà".
Gio Evan conclude la sua poesia dicendo che le "persone medicina" sono persone da incontrare, ma soprattutto persone da diventare. Nutrendoci del "pane della vita" che Gesù ci dà, potremo diventare anche noi "persone medicina", e cioè, persone che quando le guardi, guarisci.

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