Omelia (03-08-2024)
Missionari della Via


Erode: povero sovrano incapace di dominare se stesso e le sue pulsioni! Un "potente debole", schiavo dell'immagine, un re prigioniero delle attese degli altri e della sua sete di potere! Davanti alla richiesta maligna di Erodiade, si rattrista; quella tristezza che sente è l'avvisaglia del male che sta bussando alla porta della sua anima, ed è l'occasione che anche lui ha per evitarlo. Sì, anche nella sua coscienza vi fu un barlume di luce ma a causa dei commensali (= il giudizio degli altri) e del suo giuramento (= la propria immagine, della serie: se tornassi indietro che figura ci farei?), sceglie il male. Erode che fa il male è la prima vittima del male che sceglie e che si abbatte su Giovanni. Tuttavia, il Battista, martire per la verità, subendo il male entra in cielo; Erode, invece, scegliendo il male, sprofonda sempre più nel baratro del suo fallimento. Chiediamoci se queste due brutte schiavitù non ci stanno dominando nelle scelte della vita: il timore del giudizio degli altri e la ricerca della propria immagine. Molte volte, oltre che alla scarsa vita spirituale, sono dovute a una grande immaturità, e se non vengono affrontate possono diventare estremamente dannose, specie se la persona che ne è affetta acquisisce ruoli di responsabilità. Se la persona, infatti, vive per sé e non per servire, non riuscirà a discernere il vero bene, a prendersi cura, a saper sopportare anche l'incomprensione per difendere la verità, a portare avanti il bene se questo chiede di andare controcorrente, fermandosi a un livello egoistico e superficiale. E questo, ripeto, può creare seri danni nella società come in una comunità cristiana. Chiediamo al Signore che ci aiuti a cercare in ogni cosa la sua volontà, dunque il meglio, il vero bene; e che lo Spirito Santo possa renderci sempre più liberi, liberi di amare, liberi nell'amare!

«Erode che è il padrone, è il tetrarca, praticamente è il re, crede di comandare, invece, è comandato dai suoi servi, è comandato dal gioco. E lui dà l'ordine, che in realtà non ha ordinato lui, è il gioco che l'ha ordinato. Il potente alla fine non è capace di fare il bene, può solo fare il male che non vuole, sapendo che è male per di più in malafede e con tristezza... Gli ordini del potente non vengono da lui, vengono da altra parte e dipende da chi ha sposato: se la sapienza o la stoltezza. Cioè la nostra vita in fondo, è ordinata da una parola interiore? Dipende se è quella giusta»
(p. Silvano Fausti).