Omelia (06-08-2024)
Missionari della Via


Potremmo definire la trasfigurazione come "la festa della bellezza", quella vera, che splende in Cristo. Cristo rivela la sua divinità, la sua profonda bellezza per infondere coraggio ai suoi discepoli che dovranno affrontare lo scandalo della passione. Noi tutti siamo affascinati dalle cose belle e desideriamo fare cose belle, a cominciare dal vivere una vita bella. Ecco, Gesù è "la cosa" più bella, in Lui splende la luce divina. In Lui vediamo la bellezza di Dio, che per amor nostro si fa uomo, e la bellezza dell'uomo che vive e ama "da Dio". Quella divina bellezza, rifiutata e offesa, vilipesa fino alla croce, che nella risurrezione tornerà a splendere di luce eterna e immortale, per dire a tutti noi: siamo nati per la bellezza. Gesù ci mostra la vera bellezza della vita, quella vita che uniti a Lui anche noi possiamo vivere: la bellezza dell'amore gratuito, casto e fedele; la bellezza dell'obbedienza a Dio, della purezza, della sincerità, dell'umiltà. La via del cristianesimo è la via della bellezza: la via della verità, della piena maturazione umana e spirituale. Il peccato altro non è che fallimento; è il bersaglio fallito, ovvero un atto d'amore perduto, una pienezza mancata, un male scelto e inflitto. Perciò non lasciamoci abbagliare da false luci, da bellezze vane, da ingannevoli stili di vita; anziché perderci dietro alle presunte "star" del mondo, che oggi ci sono e domani si spengono, puntiamo i riflettori sulla vera "star", sulla "stella del mattino": su Gesù e sul Vangelo. Sì, lasciamoci contagiare dalla bellezza di Dio, come prima di noi hanno fatti tanti santi e sante, che ci precedono nel cammino come stelle luminose, vere "star" di Dio!

«L'essere colpiti e conquistati attraverso la bellezza di Cristo è conoscenza più reale e più profonda della deduzione razionale. Non dobbiamo certo sottovalutare il significato della riflessione teologica, del pensiero teologico esatto: esso rimane assolutamente necessario. Ma da qui, disdegnare o respingere il colpo provocato dalla corrispondenza del cuore nell'incontro con la bellezza come vera forma della conoscenza, ci impoverisce e inaridisce la fede, così come la teologia. Noi dobbiamo ritrovare questa forma di conoscenza, è un'urgenza pressante del nostro tempo» (Card. J. Ratzinger).