Omelia (07-08-2024)
Missionari della Via


Dietro l'iniziale rifiuto di Gesù, c'è la prova della fede di questa donna, che è commovente. In lei vediamo il cuore di una madre che lotta e prega per sua figlia; prega, insiste e con umiltà si rivolge a Dio, riconoscendosi indegna. E con la sua umiltà arriva a smuovere il cuore del Signore e a fargli "cambiare programma". Gesù è conquistato dalla fede e dall'umiltà di questa donna straniera, non appartenente al popolo credente, che con la freschezza e la tenacia della sua fede ci interpella. Ci interpella nel nostro modo di pregare, spesso ridotto al "minimo sindacale", a formule meccaniche, o a fredde e fugaci pretese basate sui nostri (presunti) meriti (ad esempio: "io vengo sempre in chiesa... ho fatto sempre del bene... fammi questa grazia"), o sempre e solo rivolta ai nostri bisogni... Questa donna non solo ci interpella ma ci fa scuola; basti pensare che si tratta di una donna straniera, appartenente a un'altra religione, che non aveva mai fatto né catechismo né catechesi; eppure si pone con questa fiducia, con questa insistenza, con questa umiltà davanti a Dio. Sì, questa donna ci interpella, anzi, mi interpella sulla qualità del mio rapporto con Dio...

«In Argentina, il padre di una bimba, ricoverata in ospedale e ormai data per spacciata dai medici, prese l'autobus, fece 70 chilometri per andare a pregare al santuario della Vergine di Lujàn e passò tutta la notte aggrappato al cancello chiuso della chiesa. E quando la mattina dopo tornò in ospedale trovò che sua figlia, tra lo stupore dei medici, era miracolosamente guarita. La preghiera fa miracoli. Ma ci vuole una preghiera coraggiosa, come quella di Abramo che lottava con il Signore per salvare la città; come quella di Mosè che pregava con le mani in alto e si stancava pregando il Signore; come quella di tanta gente che ha fede e con la fede prega, prega» (papa Francesco).