Omelia (11-08-2024)
don Roberto Seregni
Chi crede ha la vita eterna

Mentre per le folle il problema intorno a Gesù riguardava l'esaudimento di alcune attese popolari sulla figura del messia, con i giudei il problema riguarda direttamente la persona di Gesù, la sua identità. Infondo tutto il Vangelo di Giovanni ruota attorno a questo punto, è lo stesso autore che lo dichiara: «perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio» (Gv 20,31). Il tema dell'identità è strettamente legato al tema della fede: più lo conosco, più credo in Lui. Ma è vero anche il contrario: più credo in Lui, più posso conoscerlo e amarlo.
La perplessità dei Giudei mi sembra davvero del tutto ragionevole: Gesù è il figlio di Giuseppe, un uomo che mangia, respira e dorme... come può dire di essere disceso dal cielo? Come può affermare di essere il pane della vita?
I giudei si fermano alla carne, non sanno guardare oltre. Il loro sguardo è miope, solo cercano conferme alle loro idee. L'Atteso è lì, a un passo, ma non lo riconoscono. E mi viene da pensare che anche noi gli assomigliamo parecchio! Tutta la nostra quotidianità è innervata dalla presenza di Gesù, ma siamo così distratti e superficiali che non riusciamo a riconoscerlo. Molti cristiani vano a caccia di miracoli ed eventi prodigiosi, senza accorgersi che la presenza dell'Eterno è disseminata nello scorrere dei giorni: in un sorriso, in una carezza, in una parola di perdono, in un gesto gratuito e inaspettato Lui è presente.
C'è un versetto che attira la mia attenzione: "Chi crede ha la vita eterna". Il verbo è al presente, questo significa non si tratta di una promessa per il futuro, ma per l'oggi, per il presente. La vita eterna inizia ora, adesso, qui. È la fede in Gesù che fa eterna la vita, che la riempie di quell'amore appassionato e sublime che ha il potere di rendere eterno ogni gesto e ogni pensiero. Lui, il pane della Vita, ci nutre di eternità, ci assimila alla sua vita, trasforma il nostro deserto in un angolo di cielo.

Un abbraccio
don Roberto Seregni