Omelia (11-08-2024)
padre Gian Franco Scarpitta
Pane vivo e Parola

Per tracciare una sintesi egli argomenti trattati in queste ultime Domeniche, possiamo concludere che è necessario sia il pane materiale, unico sostentamento in grado di sfamare tutti gli uomini e i popoli della terra, per il quale si lotta quotidianamente, e il pane metaforico o se vogliamo spirituale: accanto all'alimento del proprio mantenimento fisico, l'uomo, se vuole definirsi tale, non può esimersi dal voler appagare la fame inconsapevole di assoluto e di verità, di autotrascendersi (Rahner) e di elevarsi. Per questo ha necessità di un alimento che vada oltre al solo pane materiale.
Attorno alla figura di Gesù, alla sua opera di moltiplicazione dei cinque pani e due pesci all'altra riva del lago di Tiberiade, abbiamo scoperto che il pane sintetizza da una parte tutte le aspirazioni dell'uomo, sia dal punto di vista materiale sia da quello più generale e di vasta entità; dall'altro canto esso rappresenta anche tutto quello che Dio fa costantemente per l'uomo e per il suo progresso, i suoi interventi a favore della fame sia fisica che spirituale.
La moltiplicazione dei pani ci ragguaglia del fatto che in ogni caso il nostro sostentamento deriva da Dio, al quale occorre chiederlo e usarne con riconoscenza, e parimenti ci rende consapevoli che non ci si può limitare alla sola materia del pane alimentare: occorre nutrirsi anche di Gesù, il vero pane vivo disceso dal Cielo.
Non basta mangiare di quei pani di cui alla moltiplicazione e saziarci. Quelli ci sono garantiti da Dio, ma Gesù non è un prestigiatore o un saltimbanco capace di sfamare oltre cinquemila bocche con un solo gesto; né tantomeno è un esibizionista che pone se stesso al centro dell'attenzione. Gesù piuttosto è egli stesso il pane vivo in tutti i sensi del termine, sia nell'accezione materiale sia nel senso più profondo di spiritualità e di radicalità umana. Lo si deve assumere come criterio di vita e lo si deve anche mangiare materialmente.
Il pane non è solamente alimento che nutre e che appaga la nostra fame fisica, ma si qualifica anche come elemento di forza e di determinazione. Ogni volta che se ne mangia si riacquista infatti vigore e necessaria tenacia, si recuperano le forze eventualmente disperse nel lavoro precedente e ci si immette nella novità delle varie iniziative. Il pane in un certo qual modo nei suoi enzimi e carboidrati dona un sostegno che va ben oltre la fame fisica. Il "pane vivo disceso dal cielo che è Gesù si presenta oggi come alimento di sostegno di forza per tutti e noi siamo incoraggiati a nutrircene appunto per vincere le nostre difficoltà e far fronte ai nostri problemi.
Agli scoraggiamenti siamo soggetti tutti quanti, qualsiasi attività svolgiamo e qualunque sia la nostra posizione. Anche le persone più coraggiose e solitamente determinate ed efficienti non di rado affrontano demoralizzanti esperienze di crisi e di abbattimento, soprattutto quando i risultati non sono proporzionati alle fatiche e quando i meriti sono ricambiati con umiliazioni e deprezzamenti. In casi come questi ci si deprime e si vorrebbe farla finita e piantare tutto in asso.. La preghiera e l'assistenza spirituale contribuisce ad eludere le tentazioni alla resa e i sentimenti di sconfitta e lo Spirito Santo, quando pregato con fede viva e profonda, non manca mai di recuperarci nella parresia apostolica e nello slancio missionario. Quando ci si scoraggia è sempre di ausilio una sola parola di conforto da parte degli altri, ma non si deve abbandonare la fiducia risoluta in Dio. Così il Signore sostiene Elia quando questi, dopo essere sfuggito all'ira della regina Gezabele per aver ucciso oltre 450 profeti di Baal, si abbandona allo sconforto, si contrista per non aver ottenuto meritate ricompense per il suo successo e viene catturato dalla sfiducia e dall'abbattimento. Dice infatti: "Signore, prendi la mia vita perché io non sono migliore dei miei padri." Dio risponde semplicemente rifocillandolo e il pane con cui lo nutre gli ricupera la forza fisica, morale e spirituale. Riacquista cioè serenità e fiducia in se stesso quanto basta per poter andare avanti nel cammino. Nel pane materiale di cui il profeta si nutre vi è anche l'alimento di sostegno del Signore, il costitutivo del coraggio e della perseveranza, l'imput ad andare oltre e a perseverare. Il pane vivo che da' forza e vigore a chi lo assume con fede.
Gesù ci sostiene nella lotta e nelle prova è sempre con noi e nell'Eucarestia ci si propone come farmaco di immoralità e alimento di costanza e di fortezza.
Come Elia fu nutrito dal pane che Dio gli provvide, così noi siamo nutriti e sostenuti da Gesù pane vivo disceso dal cielo.Non è possibile però dissociare il pane dalla Parola, come del resto abbiamo evinto nelle liturgie precedenti: il popolo di oltre cinquemila persone che venne sfamato sull'erba del prato era stato innanzitutto affascinato dalla parola divina che scaturiva dalle labbra di Gesù: si era nutrito della Parola ed era stato saziato con il pane materiale, indicando entrambe le cose che Gesù Cristo è sia l'una che l'altro. Gesù è il vero pane perché è la Parola Incarnata di verità e la fede ci invita ad immedesimarci in ambedue gli aspetti che ci vengono proposti. "Nessuno viene a me se non lo attira il Padre", poiché chi possiede il Figlio possiede anche il Padre e Gesù è di fatto il Figlio di Dio fatto uomo, la sua Parola che si è incarnata. E che si è fatta nostro alimento. Pane e Parola non possono dissociarsi perché nel cibarci di questo assumiamo anche quella. La Parola racchiude la verità ed è essa stessa la verità di cui Gesù ci fa dono con tutto se stesso. Nell'esperienza eucaristica siamo introdotti per mezzo del Figlio alla comunione con il Padre nello Spirito Santo. Il pane vivo ci dischiude l'accesso al Padre, unico che possa farci conoscere il Figlio e questi nella comunione con lui ci fa dimorare. Alimentarci del pane eucaristico è quindi anche preambolo di piena in Dio, soprattutto nel Dio della comunione trinitaria Padre, Figlio e Spirito alla quale per l'appunto siamo costantemente invitati.