Omelia (13-08-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Vivere sempre più profondamente un cammino di conversione è un dono immenso e che comporta molti passaggi perché bisogna lasciare entrare lo Spirito nel più profondo della propria umanità superando attaccamenti, ferite, timori, schemi. È vero che si può rallentare tale percorso non accogliendo più pienamente la grazia che si è ricevuta ma è anche vero che il Signore sa come e quanto fare crescere ciascuno qui sulla terra. Poi magari in cielo una persona che nella vita terrena ha camminato meno intensamente in cielo farà, per grazia, in certe fasi, salti in avanti più rapidi. Con Dio non valgono i paragoni e le classifiche perché vi è per ciascuno tutta l'eternità per lasciarsi portare attraverso i propri personalissimi passaggi verso la vita sempre piu viva in Gesù. Insomma quando si può ricevere una grazia molto profonda può risultare davvero difficile non accoglierla con tutto il cuore perché una grande grazia persuade profondamente su dove si trova la vita. Così è vero che chi rifiuta la grazia può fare male ai piccoli che sono intorno a lui e che stavano camminando serenamente e a causa sua vengono ostacolati e confusi proprio nel loro decisivo aprirsi alla vita. Pensiamo a persone talora pure molto sofferenti che vengono ricacciate indietro mentre la loro vita cominciava a fiorire. Ma il punto è che chi è stato causa di ciò proprio così facilmente mostra di non rendersi conto dei gravi danni che ha provocato. Ha turbato una creatura in cammino senza troppo capire, facilmente perché anche se per caso ha chiuso il cuore nella superbia, nel dare peso ai propri attaccamenti, nel fare spallucce alla grazia ricevuta, facilmente poco si avvede di ciò che ha comportato tutto ciò. Non aveva ricevuto chissà quale grazia per capire. Veramente non si può giudicare nessuno. Talora ad una persona può essere stata chiarita l'importanza del lasciarsi portare con fiducia e conseguente umiltà ma magari quella persona resiste in vario modo perché non sa cosa vuol dire fidarsi. Al pastore dunque dispiace per i piccoli in cammino che lui vede turbati e talora affossati da certe situazioni mentre chi le provoca va avanti sereno come se nulla fosse. Ma anche chi ha fatto questo può addirittura non avere fatto nulla con un cuore chiuso. E se ha dato spazio alla superbia, all'orgoglio o a qualche altra chiusura facilmente lo ha fatto con buon margine di inconsapevolezza. Il pastore talora cosa può fare? Cercare di fare capire che qui ciascuno si gioca l'entrare nella vita o restare nelle proprie sofferenze ma anche confortare ciascuno nella certezza che Dio capisce il cammino di ciascuno e lo guarda con amore. Siamo tutti piccolini, figli di Maria e di questo Padre meraviglioso che trasforma tutto in vita. |