Omelia (15-08-2024)
don Michele Cerutti
Vergine che custodisce la parola

Siamo nel trambusto di un mondo che sente rumori di guerra. Siamo in una estate calda che ascolta qua e là frastuoni di scandali anche all'interno della Chiesa.
In questo contesto di paura e di smarrimenti abbiamo una stella sicura a cui guardare ed è Maria.
Nel 1950 Pio XII proclama il dogma dell'Assunta e il mondo esce da un conflitto che vede piegate grandi nazioni mentre sullo sfondo la contrapposizione tra i blocchi mette tutto il pianeta ancora una volta in agitazione.
Le bombe di Hiroshima e Nagasaki il 6 agosto del 1945 e il 9 agosto di quello stesso anno sono la dimostrazione evidente di quella prova di forza che gli americani vogliono indicare ai loro avversari i sovietici con il blocco alleato.
In questo contesto di paura la Chiesa indica al mondo ancora Maria come fortezza inespugnabile in cui rifugiarsi.
Questo dogma non è vetusto, parla oggi ancora con un'attualità sconvolgente per dirci che siamo creature indirizzate verso una meta: il Paradiso.
La Vergine è la perfezione, ma questa non sta nel fatto che è concepita senza peccato, ma in quella capacità di essere donna che a fronte di questo dono riesce a gestire la sua libertà con vero coraggio e camminando senza tentennamenti accanto al suo Gesù.
Lo sentiamo gioire nel contesto gaudioso della casa di Elisabetta e trasmettere questa gioia al Battista.
Ci siamo dentro tutti in questa icona vorremmo anche noi prendere un serto di questa luce per portarla in tanti ambienti tristi di questo mondo.
Vorremmo portarlo in Ucraina, in mezzo alle lacrime di un popolo che invita il mondo a fermarsi, vorremmo portarlo a Gaza nel pianto dei bimbi vittime vere di questa guerra, vorremmo portarlo a Caracas dentro a un popolo in cerca di una libertà negata o nel vicino Nicaragua dove nei confronti dei cristiani c'è una vera e propria repressione, ma anche nelle carceri, negli ospedali, nelle case di Cura, tra famiglie che vivono il lutto o tra i giovani in cerca di un senso.
In tanti posti vorremmo trasmettere un piccolo frammento di luminosità di questa icona.
Sì, possiamo portare questo pezzo di luce solo se oggi ci avviciniamo a Lei, la Vergine che raggiunge in cielo il Figlio e stende su di noi sulle mani implorando quel Gesù che Lei ha contribuito a portare nel mondo e che ha visto morire sulla Croce e che ha, infine, annunciato come Risorto.
Non stanchiamoci di guardare alla Madonna perché è Lei che converte i cuori.
Mi piace in queste solennità mariane soffermarmi sulle figure di uomini atei che davanti alla Vergine hanno scritto pagine profonde e così belle da costituire il Vangelo di Maria. Scusatemi l'azzardo che non vuole togliere l'unico primato che spetta a Gesù.
In questi giorni mi sono fermato a meditare su Unamuno, non di certo un filosofo devoto, ma che in sintesi ci offre una poesia soave:

Stava la Vergine Maria
ninnando il presepe a Betlemme;
cullando il suo Dio che dormiva;
ritornello alla culla: così sia.
L'asino e il bove sognavano,
sognavano il creato,
e Dio, che amore di bimbo!
dormiva senza sognare. .
L'alba del tempo segnava
i sogni vestiva la luce;
sognava la Vergine Maria,
cantava sognando la croce.