Omelia (12-02-2006) |
LaParrocchia.it |
Và, presentati dal sacerdote San Marco continua a presentarci la persona di Gesù di Nazareth, in lui dobbiamo saper vedere o meglio scoprire non solo l'Uomo potente in parole e opere, ma soprattutto il Dio che si è fatto uomo per risanarlo dalle ferite del peccato. Il tema della sofferenza e della malattia anche questa domenica è al centro della nostra attenzione. Ieri abbiamo celebrato la giornata del malato. In quasi tutte le Parrocchie si sono fatte celebrazioni per loro e tante preghiere sono state offerte per tutti i sofferenti. Anche il Sacramento dell'Unzione dei malati è stato amministrato cercando di infondere nei fedeli la certezza che è un sacramento di guarigione e non di "spinta verso la vita eterna". La lebbra simbolicamente rappresenta il peccato, che corrode l'immagine di Dio dentro di noi e sfigura lo stesso corpo. Le prescrizioni della legge mosaica erano di carattere igieniche e sociali. Il lebbroso doveva vivere isolato, avvicinandosi agli altri era costretto a segnalare la sua presenza gridando immondo. Era il segno del peccato. La società lo marchiava come peccatore o immondo. La lebbra era il segno delle sue colpe ormai inguaribili. Era così: la legge non riconosceva la carità. Ma quando la carità ha abolito la legge, o per dirla meglio quando l'amore ha illuminato e dato la giusta interpretazione alla legge portandola a compimento, allora la voce della fede è uscita dall'immondezza dei pregiudizi e ha urlato con tutto il cuore: "Se vuoi puoi guarirmi!" Ha gridato a Colui che è venuto per distruggere la lebbra del peccato e ridare ad ogni uomo la dignità propria dei figli di Dio. E Lui non poteva che dire "lo voglio", voglio ridarti la vita, la dignità ed il tuo posto nella società. Ma anche riconoscere l'istituzione: "... và, presentati dal sacerdote", per indicare la strada da percorrere dopo la sua ascensione al cielo. L'oggi della nostra vita di fede è il presentarsi dai ministri del Signore che continuano ad ascoltare il grido di dolore di ogni lebbroso. Solo attraverso i suoi ministri il Signore continua a dare la sua grazia. Nella fede il "fai da te" è valido solo fino ad un certo punto, cioè solo nel rapporto intimo e personale, ma poi la sua efficacia dipende dalla grazia dei sacramenti e dalla forza della comunione che si vive insieme ai nostri fratelli. Signore Gesù ti preghiamo di aiutarci a prendere coscienza della lebbra del peccato che è in noi e a darci la forza di gridare "Se vuoi, puoi guarirmi", e guarisci la nostra cecità nel non vedere la tua presenza in ogni emarginato e non smettere mai di farci ascoltare nel nostro cuore la tua voce: "lo voglio, sii guarito". |