Omelia (10-02-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Achia afferrò il mantello nuovo che indossava e lo lacerò in dodici pezzi. Come vivere questa Parola? La prima lettura della liturgia odierna presenta l'imminente scisma che porterà Geroboamo a regnare su dieci tribù di Israele. Il profeta Achia ne trasmette l'annuncio ricorrendo a un gesto simbolico carico di significato. Egli si presenta avvolto in un mantello nuovo. Ora l'abito era considerato dagli antichi come un prolungamento della persona. Qui a indossarlo è un profeta, cioè uno che parla a nome di Dio. Il mantello, poi, lacerato in dodici pezzi, raffigura le dodici tribù di Israele. In forza dell'Alleanza, Dio ha vincolato a sé Israele; ne ha fatto quasi un suo prolungamento, il segno della sua presenza nel mondo. Le ripetute infedeltà del popolo non possono nuocere alla perenne novità di questo vincolo che attinge direttamente a Dio. Il mantello verrà lacerato, ma Dio resterà fedele alla promessa fatta a Davide. Un singolare episodio del passato? Sì, ma che ha qualcosa da dire a noi, oggi. La Chiesa, nuovo Israele, è una realtà umano-divina, chiamata a prolungare nel tempo la presenza salvifica di Cristo. Non va esente dal rischio di venire infangata dal peccato e di conoscere penose lacerazioni. La storia, anche quella dei nostri giorni, lo documenta tristemente. Ma in essa permane un fermento di novità che le viene da Gesù suo Capo e dallo Spirito che la vivifica. Le sue molteplici infedeltà non possono impedire alla fedeltà di Dio di rinnovarla incessantemente nella sua totalità e nei singoli membri, perché continui ad annunciare al mondo che Dio è amore, è MISERICORDIA. Oggi, nella mia pausa contemplativa, soffermerò lo sguardo sulla Chiesa, così come è uscita dal cuore di Cristo: santa, senza rughe. Sposterò poi l'attenzione sulle ferite che ne offuscano la bellezza. Sono richiami a impegnarmi perché la "novità" di Dio, che sento pulsare in me e intorno a me, possa dare i suoi frutti. Pregherò: Ti ringrazio, Signore, per quel dono di novità che continui ad elargire alla tua Chiesa. Concedi a me e a tutti i suoi membri di aprirci ad accoglierlo per continuare ad essere nel mondo segno della tua Presenza. La voce del Concilio Vaticano II La Chiesa che comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, mai tralascia la penitenza e il suo rinnovamento. Lumen Gentium |