Omelia (01-09-2024)
don Giacomo Falco Brini
Rientrare nel cuore

Si riunirono attorno a Gesù scribi e farisei provenienti da Gerusalemme. Stando a quanto riferiscono i vangeli, questo tipo di riunioni accadeva sovente, ma quasi mai con intenzioni pacifiche. Gesù e il suo vangelo erano un grosso problema per l'ordine religioso costituito. Nel testo di oggi vediamo questo gruppo muovere una contestazione a partire da una omissione: come mai - chiedono a Gesù - i suoi discepoli non fanno ciò che invece essi fanno scrupolosamente, ossia lavarsi le mani e mille altre abluzioni prima di mangiare secondo tradizione religiosa? Ed ecco emergere il tema sempre attuale delle osservanze religiose esteriori, formali, ma non corrispondenti a una religiosità che parta dal cuore umano. La risposta di Gesù non lascia adito a dubbi. Il Signore denuncia apertamente, evocando una profezia di Isaia, la lampante ipocrisia di costoro. Essi invano rendono culto a Dio insegnando dottrine che sono precetti di uomini. In questo modo trascurano quello che veramente conta per Dio, osservando tradizioni solo umane. Perché è un tema sempre attuale? La risposta è semplice. Perché è sempre più facile per noi uomini concentrare l'attenzione sui gesti esteriori, è più facile curare e dar importanza alla forma dei nostri atti religiosi piuttosto che verificare se nascono da un cuore autentico, aperto e disponibile a Dio. Insomma, molto meglio mettere in discussione la forma che il cuore della religione.
Infatti, dopo aver messo al loro posto scribi e farisei, il Signore Gesù chiama tutti ad ascoltarlo e capire bene il suo insegnamento. Il problema infatti di scribi e farisei è di pensare che ci sia un'impurità incombente su chi non osserva meticolosamente i rituali religiosi; che ci sia insomma una impurità, un'adulterazione della fede, che possa provenire dall'esterno dell'uomo. Sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro - dice con autorità il Signore aggiungendo subito un elenco di malizie che ci abitano dentro. Dunque Egli esige da noi una religione che sia attenta non alla purezza esterna, rituale, ma a quella del cuore. La nostra fede o ci fa occupare del nostro cuore oppure non è autentica. Un giorno Gesù confidò a S. Faustina Kowalska: "ci sono anime per le quali non posso fare nulla. Sono le anime che vivono fuori dal proprio cuore, quelle che spiano continuamente le altre e non sanno quello che avviene nell'intimo di sé stessi. Povere anime che non ascoltano le mie parole, restano vuote nel loro intimo perché non mi cercano all'interno del cuore, ma fuori di sé, nei pettegolezzi umani, dove io non ci sono mai..." Che ne dite? Molto chiaro il Maestro. Quando tutta l'attenzione è posta sulle osservanze esterne, è praticamente inevitabile che si pecchi contro l'amore di Dio, perché si giudicano gli altri che non si comportano secondo ciò che per noi è importante nella religione. Come è facile ingannarsi!
Ho tre salmi davidici che sono come tre colonne mobili che sostengono il mio cammino di fede. Alla mia destra ho il salmo 102 che è un meraviglioso inno benedicente la immensa misericordia di Dio. Alla mia sinistra ho il salmo 138 che è una confessione di fede nel mistero di Dio in relazione al mistero della mia esistenza. Ma davanti a me, come suggerisce lo stesso salmo, ho sempre il salmo 50 dove ad un certo punto il salmista dice: crea in me o Dio un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Davide aveva capito che l'autentica religione si gioca all'interno del proprio cuore, e che questo, essendo radicalmente peccatore, ha bisogno di Dio stesso perché diventi puro, liberandosi da tutte le doppiezze e le malizie che lo abitano. La buona notizia (il vangelo) è che Gesù è venuto per rendere possibile questo vero e proprio trapianto di cuore. Gesù si è lasciato trafiggere il cuore perché potesse diventare il nostro cuore, come Dio aveva già promesso attraverso la voce dei profeti. Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne (Ez 36,26). Dunque a noi la scelta. O continuare nell'inganno di coltivare una religione rassicurante e accomodante che fa leva sull'esteriorità dei nostri gesti. Oppure occuparsi del proprio cuore, lasciando che Dio possa risanarlo alla radice, guarendolo dai suoi mali e rendendolo capace di amarlo e seguirlo. Se uno sta camminando su questa via, allora comprenderà e farà comprendere agli altri le parole di S.Giacomo della 2a lettura, quando dice religione pura e senza macchia è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro da questo mondo. Chi sta permettendo al Signore il cambiamento del proprio cuore, manifesterà nella sua vita questo tipo di amore, amando con amore di predilezione coloro che Dio ama con predilezione e vivendo libero dalla mentalità di questo mondo, nemica della verità e di Dio.