Omelia (01-09-2024)
don Roberto Seregni
Lontani da me

Questa settimana, ritornando tra le pagine del vangelo di Marco, ci troviamo davanti ad una accesa discussione tra Gesù e i vertici della cultura religiosa ebraica: i farisei e gli scribi. Il maestro critica il formalismo vuoto e sterile di certe pratiche religiose, condanna la presunzione degli scribi e dei farisei che pensano di poter incasellare la relazione con Dio in un rigido schema di "dare-avere". La loro casistica esasperata, unita alla ricerca di sicurezza tradotta in pratiche rituali, soffoca la novità, la bellezza e la fantasia di Dio.
Gesù vuole smascherare, allora come oggi, le false certezze religiose che conducono nel vicolo cieco dell'autocelebrazione e non certo alla conoscenza del Dio vivo.
Le parole di Isaia, ricordate da Gesù, sono di una attualità disarmante: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me." È vero, il nostro cuore è ancora lontano da Lui. Ci riempiamo la bocca di tante belle parole, ma i nostri cuori non sono ancora capaci di perdonare, viviamo pieni di risentimenti, chiusi nell'ansia del possesso e nel bisogno di controllo. Il rischio sempre in agguato è quello di cadere in nuove forme di fariseismo, preoccuparci solo di salvare le apparenze e le formalità, vivere in un cristianesimo senza Cristo o celebrare belle liturgie ma senza anima e passione.
Il Signore ci aiuti ad essere piú leggeri e piú veri, piú autentici e piú liberi. Il nostro cuore si avvicini a Lui e possa battere all'unisono con il suo.

Buona domenica
don Roberto